Il 22 Settembre, un corteo non proprio silenzioso di 5000 insegnanti precari, ha percorso le strade di Roma nel totale disinteresse dei mezzi d’informazione nazionale. Erano i “terremotati” della legge 133/2008, tragica riforma Gelmini che dopo aver subito una mattanza di posti di lavoro senza precedenti (si parla di circa 75.000 fra docenti ed ATA), la creazione di classi pollaio con più di 30 persone ingestibili, la “rapina” di ore di sostegno ai ragazzi disabili, si ritrovano a fronteggiare quella che per loro è la nuova minaccia del concorsone, per l’immissione in ruolo diretta di un drappello di 11.500 insegnanti
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Il tanto sbandierato bando dovrebbe svecchiare la classe docente, assicurando insegnanti giovani e preparati alla scuola italiana, intento meritevolissimo se non fosse che una graduatoria già esiste, e consta di circa 250.000 docenti che un concorso lo hanno già superato nel ’99, proseguendo la formazione con altri vari corsi abilitanti, scuole di specializzazione etc. e che ora, alcuni alle soglie della pensione, rischiano di perdere di vista l’obiettivo dell’immissione.
Ma in quale altro ente pubblico può accadere che una graduatoria per la stabilizzazione, consolidata dal ’99, “salti” improvvisamente senza alcun rispetto per i diritti acquisiti dai partecipanti?
Il fatto appare ancor più grave in riferimento alla situazione del sud ed in particolare della Sicilia, dove centinaia di precari a causa della carenza di posti “tirano avanti” faticosamente con disoccupazione e supplenze brevi anche se vincitori di concorso e plurititolati.
Come se non bastasse, il Ministro, che aveva assicurato il bando del concorso solo per le materie meno inflazionate con “graduatorie esaurite”, pare che abbia completamente dimenticato la promessa fatta, ed aver dato il suo beneplacito all’assegnazione alla Sicilia di posti in classi di concorso dove abbondano già i insegnanti in sovranumero. Per carità, si tratta di briciole, che non coprono neanche un millesimo del fabbisogno lavorativo della Regione, ma questa manica larga in una regione in cui si muove pochissimo dal punto di vista del diritto e sostegno al lavoro, in coincidenza con le elezioni regionali suscita diverse perplessità.
Il Movimento 5 stelle si augura che tali dubbi vengano al più presto dissipati e nello stesso tempo assicura pieno sostegno ai precari in lotta oltre che per il blocco del concorso, il taglio definitivo dei finanziamenti alle scuole private, il ritiro del progetto di privatizzazione della scuola (ex P.d.L. Aprea) e l’applicazione della sentenza n. 80/2011 della Corte Costituzionale in tema di assegnazione delle ore di sostegno.
Giusi Forestiere
Valentina Zafarana
Candidate all’Ars
M5S Messina