Per spiegare i suoi 17 giorni di campagna elettorale in Sicilia Beppe Grillo, ieri, ha scelto uno scenario suggestivo: i Crateri Silvestri dell’Etna. Dalle vette della ‘Colonna del cielo’, per dirla con Pindaro, il leader del Movimento 5 Stelle ha lanciato il suo messaggio politico: “Se cambia la Sicilia cambia l’Italia”. E da un’Isola per troppi anni martoriata, ha detto il comico genovese, che bisogna partire per far ripartire il nostro Paese.
Insomma, come era nelle attese, come era stato anticipato nei giorni scorsi dai suoi più stretti collaboratori, ieri Grillo si è esibito in una sorta di ‘Discorso della Montagna’. E dalla Sicilia delle mille contraddizioni – “una Sicilia ricca e povera”, ha detto Grillo – che il Movimento 5 Stelle inizia un cammino per cambiare l’Italia.
Il maltempo e la pioggia di ieri non hanno fermato il leader del Movimento 5 Stelle. Oltre trecento persone si sono arrampicate con lui sull’Etna. Grillo è arrivato in camper insieme con il candidato alla presidenza della Regione siciliana del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri. E da lì ha iniziato a raccontare le sue impressioni. Cosa pensa Grillo della Sicilia che, da quattro giorni, gira in lungo e in largo?
Un’Isola “dalla cultura spaziale”, dice il leader del Movimento 5 Stelle. Un omaggio a una terra ricca di storia e di cultura: dalle aree archeologiche ai beni monumentali, dagli straordinari ambienti naturali (e l’Etna è uno di questi) alla grande letteratura.
La storia, l’ambiente, la cultura. E, naturalmente, la politica. L’Isola dei misteri dove tutto comincia e tutto finisce: battuta, questa, riservata, tra le righe, a Silvio Berlusconi, che dal 61 a zero del 2001 è passato alla crisi dei nostri giorni, se è vero che ancora non sa se ritirarsi in buon ordine,o riprovare un’ennesima ma ormai stanca ‘discesa in campo’.
Al Cavaliere, Grillo riserva un altro passaggio del suo discorso. E lo fa mentre parla dal predellino del camper a bordo del quale è arrivato a oltre 1800 metri di altezza sul versante Sud dell’Etna. “Speriamo che non mi porti sfortuna – ha detto il leader – visto che l’ultimo che ci è salito sta scomparendo dalla storia”. Chiarissimo il riferimento a Berlusconi che a Milano, in Piazza San Babila, proprio da un predellino, annunciò la nascita del Pdl, un Partito ormai ‘inghiottito’ da scandali e lotte intestine.
Da Grillo non è mancata qualche considerazione sulla Sicilia e sui siciliani. “Rispetto alla mia ultima volta in Sicilia – ha detto il comico genovese – in occasione delle elezioni comunali di Palermo, vedo profonde differenze nei siciliani: allora stavano con le braccia conserte, oggi i loro occhi sono diversi, non sono rassegnati”.
Un passaggio del discorso è stato dedicato alla mafia: quella mafia, ha osservato il leader del Movimento 5 Stelle, “che segue i soldi”. Una mafia che, oggi, “forse è in Lombardia”, una Regione travolta da scandali. E dall’emergere di rapporti tra uomini politici e la ‘ndrangheta.
Al programma politico del Movimento 5 Stelle il leader ha dedicato qualche ‘pennellata’. Ed è anche logico, visto che il programma del candidato Cancelleri è disponibile in rete e, forse, è quello, come dire?, che ha visto, nella fase di elaborazione e preparazione, una grande partecipazione dei cittadini.
Ciò posto, Grillo ha voluto comunque ribadire che il futuro della Sicilia sta nella “centralità della cultura e del turismo”. Idee e progetti da coniugare con una nuova stagione del ‘fare’, perché “non può essere uno di Genova che deve dire ai siciliani cosa devono fare”.
Chiusura con una battuta: “Posso capire che il voto al Movimento 5 Stelle possa sembrare un salto nel buio, ma è meglio un salto nel buio piuttosto che un suicidio assistito con questi qua che ci governano”.
La giornata di Grillo, ieri, è proseguita con le tappe a Paternò (pomeriggio) e Caltagirone (ieri sera).
4 commenti
Insieme ce la possiamo fare…ce la possiamo fare a cambiare l’ Italia, ed è bello sentir dire che se cambia la Sicilia cambia anche l’Italia, perché è un pensiero diffuso.
Cancelleri e attivisti vi auguro un ottimo e duro, durissimo lavoro in Sicilia.
Auguro che il MoVimento vinca le elezioni così che il cancro possa essere estirpato alla radice, anche se la mafia non è più in Sicilia, l’immaginario comune la vede in quella terra….e se gli italiani siculi riusciranno a dire basta alla mafia vorrà dire che avranno detto basta all’atteggiamento mafioso che purtroppo li ha educati, e allora saranno d’esempio all’Italia intera!
condivido il tuo pensiero però a dirla tutta nessun giovane siciliano è stato educato all’atteggiamento mafioso,assolutamente..è da un paio di generazioni che noi ragazzi siciliani cresciamo con una cultura profondamente anti-mafiosa e dunque non posso accettare una simile affermazione.
Ciao Giovanni, non so quanti anni tu abbia, io ne ho 27, sono catanese e vivo fuori dalla Sicilia. Credo di potermi definire una giovane, anche se non giovanissima, siciliana.
Forse la mia affermazione risulta ambigua e troppo vaga. La mia intenzione non era quella di offendere nessuno. E certamente il mio pensiero non era rivolto ai giovani o solo a loro. Non voglio dire che siamo stati educati dalla mafia, ma purtroppo l’accettazione di certe situazioni , soprattutto politiche è un atteggiamento “mafioso” di omertà. Non dico che questo atteggiamento sia solo siciliano. Sicuramente posso esprimermi solo per quello che conosco, cioè la realtà catanese.
Però conosco donne a Gela che lavorano 8 ore al giorno e percepiscono uno stipendio di circa 400 euro al mese. Altre a Catania che firmano buste paga da circa 1000 euro e ne percepiscono effettivamente 600. Giovani lavorano nei locali, pizzerie, pub, ecc. a volte con un turno di lavoro che va dalle ore 17 alle ore 3 del mattino, percependo anche solo 26 euro a servizio (non sono neppure 3 euro l’ora). Questa gente ( e questo è solo un piccolo esempio che tocca tra l’altro solo un settore della vita, quello lavorativo) è costretta ad accettare determinate condizioni per poter campare. Purtroppo i datori di lavoro sfruttano la povertà, e questo secondo me è un atteggiamento mafioso. Sfruttare la povertà e l’ignoranza della gente per me è atteggiamento mafioso.
Forse io sono l’unica a pensarlo, ma a mio avviso se i grandi clan mafiosi stanno scomparendo (qui vorrei aprire un’altra parentesi che però diventerebbe troppo lunga…posso dirti solo che il mio pensiero è rivolto a mafia-politica, o politica=mafia…ma lasciamo stare), sta rimanendo questo in Sicilia e questa è una cosa che mi fa venire i brividi.
Detto ciò non nego il fatto che i giovani siano diversi, ma attenzione, erano diversi anche i nostri genitori.
Non ci credo che tutti i giovani siciliani crescano educati da una cultura antimafiosa, perché questo in sicilia non si respira, o forse non si respira a Catania.
E quando ho scritto: “se gli italiani siculi riusciranno a dire basta alla mafia vorrà dire che avranno detto basta all’atteggiamento mafioso che purtroppo li ha educati, e allora saranno d’esempio all’Italia intera!” Non ho detto giovani, ma siciliani, e i siciliani hanno tutte le età. Io guardavo principalmente alle fasce d’età dei nostri zii, genitori, nonni, quelli che hanno convissuto per tutta una vita con certe realtà.
E comunque mi stavo riferendo alle elezioni e all’augurio di poterle vincere, per vincerle non bastano i giovani! Penso anche che se si vincesse grazie al voto della gente più “grande”, allora si vice 2 volte!
Mi dispiace, spero che questa mia risposta non ti offenda nuovamente, ma sono sicura che se rileggi nuovamente il mio commento precedente ti renderai conto di ciò che volevo realmente dire.
A San Giovanni Gemini (AG), paesino sperduto al centro della Sicilia, la tappa del Movimento 5 Stelle ha portato una ventata di speranza in molti giovani e non. In questi anni pur cercando, con il nostro voto, di impedire che “soliti sospetti” facessero i loro comodi, abbiamo visto come false promesse, voti di scambio, repentini voltafaccia abbiano portato la politica regionale nelle mani di persone incompetenti e interessate solo a favorire corruzione, scambi di favori, mafia…
Ma è questa la politica oggi? In Tv e nei giornali si sente spesso dire da “Politici di professione”: “chi non sta con noi e la pensa come noi è populista, fa antipolitica ecc…”. Eppure a me hanno insegnato che la politica non è la loro. La politica non è l’Arte di governare le società? Arte che deriva dal concetto di Polis dove a seconda delle situazioni che la città si trovava ad affrontare venivano scelti CITTADINI che con le loro competenze potevano aiutare la crescita e lo sviluppo dell’intera città e quindi migliorare il benessere di tutti i cittadini?
La politica non era una professione ma un servizio a cui tutti davano il loro contributo. Non era una professione lo ribadisco era un servizio e spesso chi si dedicava alla politica doveva lasciare la sua professione e i propri interessi per il bene comune. E allora oggi cosa è rimasto? I politici fanno questo solo per lavoro, per intascare uno stipendio spropositato rispetto a quelli di comuni cittadini e non gli basta neanche quello….tangenti, scambio di favori per aumentare la loro visibilità e il loro potere, alleanze con la criminalità organizzata, rubano pure ai loro stessi partiti ecc… Per non parlare della decadenza morale…A me da piccolo dicevano che chi guida una nazione, una regione, una città, un’azienda, un paesino, una famiglia deve essere un esempio di moralità. Deve essere una guida in tutti gli aspetti della vita, professionali e personali….ma oggi è così?
Io sono convinto che l’antipolitica vera è quella che queste persone hanno spacciato per anni per politica e sorrido quando loro parlano di antipolitica perchè la loro antipolitica sarebbe un ritorno alla vera politica quindi ben venga.
Un saluto a tutto il movimento 5 stelle e scusate lo sfogo. Sono riconoscente della tappa fatta nel mio paese non tanto per Grillo in sè ma per l’occasione che ci avete dato di poter conoscere i vostri candidati…persone come noi…buon lavoro.