Nel silenzio dei principali media nazionali quello che non viene spiegato ai siciliani è che i partiti presenti nel nostro parlamento (esattamente gli stessi di Penati o Fiorito) , col voto o con strategiche astensioni (vedi IDV nel caso del MES) appoggiano a Roma il governo Monti. Stiamo parlando dello stesso Governo che a poco a poco sta consegnando nelle mani di “euro-burocrati” o “euro-banchieri” la sovranità democratica italiana. Questo concetto, che dovrebbe essere chiaro anche ad un bambino, sembra magistralmente occultato dai sostenitori di un eurodeputato come Crocetta (PD), o dai “militanti PDL” che sostengono un ex sottosegretario al Governo Berlusconi come Musumeci. I candidati siciliani dei partiti (ben 76 su 90 hanno la faccia tosta di ricandidarsi) per avere un posto come deputato all’ARS (e senza volontà di ridursi lo stipendio) ovviamente hanno ottenuto il pieno sostegno delle segreterie nazionali che a Roma hanno votato ogni “diavoleria euro-tecnica” come l’abolizione dell’Art.18, o la ratifica del “fondo salva stati” (meglio chiamarlo “fondo salva banche”) grazie al famoso slogan “ce lo chiede l’Europa”.
Visto che la logica non è un’opinione, chi vota per questi candidati dà anche il voto agli stessi partiti che appoggiano Monti, approvando e avallando la sua politica e quella dei suoi amici banchieri.
In cosa consiste la politica di Monti e dei partiti che lo appoggiano?
“La Corte dei Conti evidenzia il “pericolo di un corto circuito rigore-crescita, favorito dalla composizione delle manovre correttive delineate nel Def: per quasi il 70% affidate, nel 2013, ad aumenti di imposte e tasse”. Questo con una pressione fiscale oltre il 45%. Il pareggio di bilancio nel 2013 conseguito attraverso le misure previste dal governo (in particolare l’aumento della tassazione e il conseguente “drenaggio” di risorse) rischia di poggiare su “un equilibrio precario”. Lo sostiene il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino in audizione sul Def davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato.”
In parole povere, la Corte dei Conti afferma che la politica di Monti non crea equilibrio, quindi rischia di aggravare la già complessa situazione di crisi finanziaria con nuove tasse, senza rilanciare sviluppo per piccole e medie imprese, e senza garantire sussidi alle fasce più deboli.
Magari qualche lettore potrebbe pensare: “Ma a noi siciliani cosa interessa?”.
Interessa eccome ai siciliani! I candidati dei partiti stanno già facendo promesse che sanno di non potere mantenere riguardo lo sviluppo del territorio siciliano, perché se la Sicilia rimarrà nelle mani dei partiti, i siciliani si ritroveranno probabilmente nei prossimi mesi in piazza come Spagna e Grecia per i tagli indiscriminati, votati in parlamento, dagli stessi partiti che li stanno candidando. Il Governo Monti, insieme con gli amici di Bruxelles, per risanare il debito pubblico causato anche dagli stessi politici che lo appoggiano, porterà il popolo siciliano verso scenari di criticità economica. Farà in modo che non esistano più imprese siciliane, le quali saranno principalmente fagocitate dalle multinazionali (grande amiche di questo governo), per le quali molti di noi si ritroverebbero a lavorare con stipendi da terzo mondo, nel nome del libero mercato; farà anche in modo che non ci sia più uno stato sociale che assista chi ha di bisogno. Vogliamo davvero tutto questo?
Se volete continuare ad essere schiavi di un sistema a favore dei poteri economici siete liberi di votare i vostri “cari” partiti. Se invece vogliamo una Sicilia che finalmente esca fuori dalle sabbie mobili della politica affaristica, allora c’è una sola scelta per noi siciliani: MoVimento Cinque Stelle.
Candidato all’Ars – M5S Palermo
3 commenti
Tenete sempre con voi questa rabbia benefica!
È proprio vero! Le multinazionali stanno fagocitando le nostre aziende, così sarà destinata a terminare la figura della piccola e media impresa, che invece bisogna aiutare e farle “respirare” magari mettendo dei “paletti” a questi colossi!
Mi sembrano argomenti che esulano di temi delle regionali siciliane, più pertinenti con le politiche in vista delle quali ci sarà il tempo per approfonirle a dovere.