L’ennesima ricandidatura di Silvio Berlusconi ha evidenziato due aspetti che per alcuni erano già abbastanza chiari.
Il primo, la totale assenza nel centro-destra di una classe dirigente in grado di rinnovarsi e proporsi alla guida del paese. Ma su questo quasi nessuno aveva dubbi.
Inoltre, la ridiscesa in campo dell’ex premier ha anche messo a nudo la debolezza del sistema Italia.
E’ infatti emersa una totale mancanza di chiarezza e regole certe in merito alla necessità, posta dalle elezioni anticipate, di raccogliere in un brevissimo arco di tempo possibile, le firme per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche.
Il tutto ha evidenziato un paese, l’Italia, in cui mancano le più semplici basi che riguardano l’organizzazione del sistema democratico stesso.
Se questa confusione attenesse all’organizzazione di un torneo di polo, poco male, ma il problema è che questa confusione, come evidenziato, riguarda la struttura del sistema democratico e ciò influisce, ed ha un effetto devastante, sulla realtà quotidiana con la quale ogni giorno i cittadini devono scontrarsi.
Disoccupazione alle stelle, precarietà, tagli allo stato sociale, mancato rispetto delle regole, rendono sempre più difficile vivere in questo paese.
Un concetto semplice e anche banale per alcuni: oggi, vivere in Italia è difficile.
Ed è difficile, non solo a causa della crisi economica mondiale.
Infatti, tutti, o quasi, sanno che la crisi mondiale non ha fatto altro che aggiungersi ad una crisi strutturale che attanaglia lo stivale da circa trent’anni.
Crisi dovuta alla totale incapacità e disonestà di una classe politica e dirigente corrotta che si è dimostrata assolutamente non in grado di attuare le riforme di cui il paese aveva bisogno, ed anzi, ha pensato di agire in modo tale da garantire solo ed esclusivamente il proprio tornaconto.
Una crisi che avrebbe dovuto stimolare un cambiamento radicale di tutto il sistema politico e non.
Invece a febbraio, gli italiani si troveranno ancora le stesse idee e gli stessi interessi.
L’unica effettiva novità è rappresentata dai candidati del Movimento 5 Stelle. Novità, non nei volti, ma nei fatti, visto che si tratta di persone provenienti direttamente dalla società civile e dal mondo del lavoro.
E dico questo perché rinnovamento non vuol dire inserire nelle liste qualche volto nuovo in mezzo a tanti volti vecchi. I volti nuovi non servono a nulla se al tempo stesso ci sono le vecchie idee e i soliti interessi.
Le forze politiche stanno mettendo in atto un simulacro di rinnovamento.
Oggi, in quella cosa che noi chiamiamo Italia, è evidente la crisi di quell’altra cosa che chiamiamo democrazia.
I partiti presenti in parlamento, incuranti della disastrosa situazione in cui versa l’economia, hanno passato gli ultimi mesi a parlare solo ed esclusivamente di legge elettorale per poi arrivare a un nulla di fatto.
La domanda che i cittadini, ma prima ancora la stessa classe politica, devono porsi è: in quale paese civile in cui vi è un solido sistema democratico, a pochi mesi dal voto si discute ancora in merito alla legge elettorale con cui si andrà alle urne?
Rispondo io.
Se consideriamo i paese più avanzati, in nessuno.
Ma forse è il caso di iniziare ad analizzare le vicende che riguardano il Bel Paese prendendo come metro di giudizio non più Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, etc … etc … ma i cosiddetti paesi del terzo mondo.
Tutto questo per dire che in questi giorni natalizi, con freddo e neve, in giro per l’Italia c’è qualcuno che ancora crede che cambiare è possibile.
Questo qualcuno è composto da quelle migliaia di attivisti, di cittadini, che stanno raccogliendo le firme necessarie per la presentazione delle liste, oltre che ovviamente, da tutti coloro che stanno uscendo per andare a firmare.
Per questo e per tanti altri motivi, da cittadini, prima ancora che da attivisti, esortiamo ogni persona responsabile, sostenitore o non del Movimento 5 Stelle, che abbia a cuore quella cosa che si chiama Italia, ad apporre la propria firma per la presentazione delle liste da parte di quelle forze politiche che non sono presenti in parlamento.
Non fatelo per il Movimento 5 Stelle. Fatelo per il bene della corretta competizione democratica.
Simone Luca Reale