Il MoVimento 5 Stelle di Ragusa, prende atto dell’improvvisa notizia della chiusura anticipata degli asili nidi dal 30 al 15 giugno e la soppressione del progetto estivo che fino all’anno scorso ha garantito l’apertura dei nidi anche nel mese di luglio. Vogliamo impugnare la direttiva e dichiarare la nostra posizione al riguardo, schierandoci non solo dalla parte delle famiglie e dei bambini ma anche con le educatrici e il personale ausiliario per il duro e ammirevole lavoro svolto durante l’anno.
Ragusa ad oggi risulta l’unico comune che non ha presentato una programmazione annuale delle attività per l’anno scolastico 2012-13, lasciando aperte a qualsiasi decisione lo svolgimento e la chiusura delle attività didattiche in corso e senza preavvisi.
Apprendiamo che L’art. 4 – L.R. 14 settembre 1979, n. 214. che disciplina gli asili nido nella Regione Siciliana, prevede che l’asilo-nido sia aperto per l’intero anno solare fatta eccezione per i giorni riconosciuti festivi e per un minimo di otto ore giornaliere. L’orario di frequenza giornaliero all’asilo-nido viene stabilito con provvedimento del sindaco o del presidente dell’assemblea consortile, in relazione alle esigenze delle famiglie utenti e, in particolare, delle madri lavoratrici.
Il regolamento di gestione può prevedere la chiusura dell’asilo-nido per un periodo di trenta giorni consecutivi nell’anno solare. Quindi la legge regionale prevede l’apertura dei nidi comunali per 11 mesi consecutivi l’anno. Altre richieste fatte dai genitori non sono mai state accolte come per esempio la garanzia del servizio anche nella fascia pomeridiana almeno fino alle ore 16:00.
L’asilo privo di personale e fondi, sta diventando un disservizio che crea disagi a tutti e non rappresenta più un aiuto concreto ed indispensabile alla cittadinanza. I genitori, non avendo la programmazione anticipata, non riescono ad organizzarsi con il lavoro, i bambini non sono un pacco ai quali cambiare il pannolino e dare la pappa, hanno bisogno di un periodo di inserimento di almeno 7 giorni in una nuova scuola, il che è una forzatura perché lo sforzo si farebbe per un mese e mezzo e al bimbo verrebbero sempre a mancare le figure di riferimento conosciute durante l’anno di lavoro. Le educatrici in questa situazione incerta non possono organizzare una programmazione e portarla a termine. Le fasce sociali più deboli non possono nemmeno sostenere la retta di un asilo privato o il costo di una baby-sitter e quindi vengono penalizzate più di tutte. È inaccettabile per un comune.
Invitiamo vivamente il Commissario Straordinario, la Dott.ssa Margherita Rizza a rivedere la sua decisione con la stessa rapidità con cui ha comunicato la notizia dei 15 giorni anticipati.