Questa per noi è stata la prima esperienza relativa alla Finanziaria, abbiamo cercato di apprendere velocemente, abbiamo studiato, abbiamo fatto tesoro degli errori fatti, abbiamo focalizzato i metodi che sicuramente non vanno.
Potremmo partire dal fatto che il lavoro svolto nelle commissioni di merito sugli emendamenti è stato totalmente vanificato, inutile, non si è praticamente tenuto conto del parere delle stesse, rimandano il tutto alla commissione di cui facciamo parte (Bilancio e Programmazione) e, in parte, all’aula.
Non sappiamo se ciò è avvenuto per i tempi stretti, o se è “la prassi”, ma ripetiamo, per noi è stata la prima volta, quindi, osserveremo attentamente quanto avverrà prossimamente.
Potremmo continuare con la stranezza di prediligere il lavoro di notte, anche fino all’alba, invece di mettere tutti nelle condizioni di svolgere i lavori nei tempi idonei, magari inziando di buon mattino. Daltronde si è lavorato su una legge che riguarda “solo” le sorti di una regione.
Potremmo proseguire evidenziando che abbiamo appurato che diversi colleghi deputati non sanno guardare al di là del proprio giardino, usando in tal senso lo scranno, senza riuscire a realizzare che loro sono parlamentari dell’intera Sicilia, quindi, dovrebbero provare ad avere un’ottica complessiva e meno campanilistica delle esigenze della nostra isola.
E’ un dato di fatto, se ognuno svolge il proprio ruolo tirando solo acqua al proprio mulino, non si costruirà mai nulla di sostanzialmente positivo.
Un esempio a ciò è proprio il caso dell’ex tabella H, rinominata “tabella A”, che noi ci siamo rifiutati di votare, poichè era nostro dovere non appoggiare una metodologia che si condanna solo a parole, ma che si continua ad avallare. Teniamo ovviamente a precisare, che noi non siamo contro i contributi agli enti in modo indiscriminato, sappiamo che ci sono diverse realtà che sicuramente sono essenziali e meritevoli, ma anzi, alla luce dell’orizzontale taglio del 20% delle risorse, proprio per tutelare gli stessi, abbiamo fatto presente da diverso tempo la necessità di criteri assolutamente oggettivi.
In questi mesi di lavoro stiamo anche iniziando a conoscere i nostri colleghi, abbiamo compreso che non si può fare di tutta un erba un fascio, che ci sono anche persone con cui ci si può rispettare, dialogare e confrontare nonostante le posizioni politiche differenti, ma abbiamo altrettanto avuto la conferma che è il “sistema” che assolutamente non va. Nell’insieme vi è stata l’amarezza di constatare che la tendenza sia quella di fare confusione e proclami, con il velato fine che di fatto nulla cambi.
Infine potremmo dire che siamo soddisfatti del risultato comunque raggiunto, in particolare perché i nostri emendamenti riguardavano interessi generali, e vorremmo specificare che alcune nostre proposte, in particolare quelle relative ai capitoli di entrata (cave, idrocarburi e acque minerali), hanno un solo fine alla base, ovvero incentivare un modello di sviluppo sostenibile.
La Sicilia deve decidere se essere ancora eccessivamente clemente con chi deturpa o estrae risorse dal nostro territorio, a costi ridicoli o gratuiti (ricordiamo che le entrate effettive per le acque minerali per il 2011 sono state circa di sole 291 mila euro a fronte dei 900 mila previsti), o se vuole puntare sulla cosiddetta “Green Economy”, coniugando così economia/sviluppo e ambiente. Questa è solo una scelta politica, che dovrebbe andare al di là degli interessi e pressioni di qualcuno.
Mentre, relativamente alle nostre proposte sui capitoli d’uscita, quest’ultimi avevano come minimo comune denominatore il concetto cardine di comunità, basato su una ridistribuzione più equa delle risorse, richiudendo, in modo graduale, il divario tra i cittadini e la politica.
La sintesi di tutto questo è che la Sicilia deve scegliere se vuole effettivamente cambiare o meno, se vuole andare avanti o stagnare nel proprio pantano, se iniziare ad essere un faro di scelte di buonsenso rispetto al difficile periodo che attraversa l’intero paese.
Claudia La Rocca
Giorgio Ciaccio
Cittadini 5 Stelle all’Ars
2 commenti
Auspici per il prossimo anno:
1) Avere più coraggio nella questione precari. Il nocciolo della finanziaria, anche da un punto di vista contabile, è qui. In linea generale, il precario è un segnalato di un politico che non ha mai vinto un concorso e che toglie il posto ad un giovane che il concorso potrebbe vincerlo per meriti propri. Il prossimo anno dovrete avere il coraggio di dire ‘no’, invece di unirvi alla richiesta di proroghe ‘dannose’ (come avete fatto). O avere il coraggio di proporre concorsi per la stabilizzazione, aperti a chi precario (ossia segnalato) non è.
2) Non farvi prendere in contropiede su tabella H (o A). Insomma…conoscere le dinamiche della vita parlamentare. Come si può accettare un finanziamento di 800 mila euro all’università teologica…quindi all’ente più ‘ricco’ della terra? Quando si chiedono enormi sacrifici ai siciliani? O il finanziamento alle associazioni dei cacciatori? Ma siamo matti? Insomma…Crocetta deve essere messo alle strette…e non devono essere date tutte queste merendine all’opposizione. Pugni sul tavolo…ragazzi!
3) Invece bravi sui canoni! Complimenti!
Voto finale: 5.5 (poteva andare peggio, poteva andare meglio).
la cosa che vi onora è l’impegno nell’umiltà e nel rispetto di chi vi ha votato. Mai fare di tutt’erba un fascio, anzi bisogna credere e cercare l’uomo, senza stancarsi di diffondere il verbo. Sono orgoglioso di voi. Una volta organizzata la commissione per la verifica puntuale della ” Tabella H “, sarei onorato di darvi una mano, naturalmente per la logistica cancelleria e quant’altro possa occorrervi. In migliaia soffrono per colpa di pochi farabutti che lucrano spudoratamente di questi fondi. Avanti così. Bravi