L’organismo dell’assemblea regionale in trasferta in terra nissena per incontrare il sindaco, l’azienda, il governo regionale e le associazioni ambientaliste allo scopo di sincerarsi sulle operazioni di bonifica e per sollecitare nuovi e più pressanti controlli.
Sul disastro ecologico di Gela si accendono i riflettori della Commissione Ambiente dell’Ars. L’organismo guidato dal presidente Giampiero Trizzino martedì 18 giugno sarà in trasferta in terra nissena per tenere un’audizione che vedrà sedute intorno ad un tavolo tutte le parti interessati a dire la loro sullo sversamento in mare di greggio fuoriuscito dal petrolchimico dell’Eni.
All’incontro sono stati invitati il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, l’assessore regionale al Territorio ed Ambiente Mariella Lo Bello e rappresentanti dell’Eni, Legambiente e del Wwf.
“Vogliamo accertarci di persona – afferma Giampiero Trizzino – della natura e della qualità degli interventi di bonifica in corso e, soprattutto, dello stato dei controlli, che sono assolutamente deficitari. Le verifiche devono essere assolutamente sganciate dal controllato, cosa che spesso non avviene“.
Perplessa sulla natura dei provvedimenti messi in atto per il recupero della zona si mostra Valentina Palmeri, deputata 5 Stelle e componente della commissione diretta da Trizzino.
“Le soluzioni veloci, sommarie e non condivise messe in atto dal presidente della Regione – afferma Valentina Palmeri – non ci convincono. Il Movimento 5 Stelle rappresenta un terzo dei siciliani e deve essere subito inserito, assieme alle associazioni ambientaliste e ai comitati dei cittadini che da anni combattono sul territorio per il ripristino delle regole ambientali fondamentali, a partecipare al tavolo tecnico congiunto con l’Eni, le parti sociali, l’Asp e l’Arpa, il Comune, la Provincia e la Regione. Quest’ultima, nella figura dell’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, dovrebbe valutare meglio i percorsi corretti per le bonifiche ambientali, il metodo e il cronoprogramma degli interventi e investimenti“.
“Questa volta – conclude Palmeri – anche la società civile e le associazioni che si sono distinte sul territorio per coraggio e caparbietà, ma che non sono mai state ascoltate dall’Eni, dovranno diventare protagoniste della strategia di controllo e di bonifica“.