Deludente anche la riuscita dei centri comunali di raccolta. Per cercare di conoscere le intenzioni del governo regionale e lo stato degli impianti nell’isola i parlamentari del Movimento hanno presentato un’ interrogazione. Fatta pure una richiesta di accesso agli atti.
Un fallimento, o quasi. Il 70 cento delle isole ecologiche per la raccolta differenziata realizzate in Sicilia non è in funzione. Poco più fortunata la sorte dei centri comunali di raccolta, dei quali “solo” il 35 per cento è fermo.
La mappa che fotografa l’impiantistica della Regione siciliana, realizzata dal Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, è impietosa e racconta di un sistema di trattamento rifiuti in Sicilia scadente.
Delle 259 isole ecologiche esistenti, infatti, ben 183 sono out, mentre solo 63 dei 98 centri comunali di raccolta siciliani sono in attività.
Dati per nulla incoraggianti, che hanno indotto il Movimento Cinque Stelle a capirci di più con una interrogazione rivolta al Presidente della Regione ed all’assessore all’Energia, che vede tra le prime firmatarie le deputate Claudia La Rocca ed Angela Foti.
Ai rappresentanti del governo regionale i parlamentari chiedono il perché del mancato funzionamento degli impianti e se è in programma la loro attivazione. I Parlamentari chiedono inoltre di sapere quali misure il governo stia portando avanti per prevenire la produzione dei rifiuti ed innalzare il livello di raccolta differenziata, che vede la Sicilia ancora agli ultimi posti in Italia con una percentuale pro capite annua del 9,4 per cento, a fronte della media nazionale del 35,5 per cento.
Dal governo La Rocca, Foti e gli altri 12 parlamentari a sala d’Ercole vogliono sapere anche se sono stati predisposti interventi per affrontare le problematiche legate al riutilizzo dei rifiuti e lo stato d’attuazione del programma per l’incremento del sistema impiantistico destinato alla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti.
Per raccogliere altri dati in merito alla gestione dei rifiuti in Sicilia i parlamentari siciliani del Movimento hanno fatto anche una richiesta di accesso agli atti all’assessorato all’Energia per avere l’elenco completo degli impianti per il recupero e trattamento dei rifiuti pubblici e privati.
“I rifiuti – afferma Claudia La Rocca – sono una risorsa, sono oro, e solo quando lo capiremo la Sicilia farà sul serio un passo avanti. Qui non si parla soltanto di tutela dell’ambiente e della salute, già comunque importanti, si parla di economia reale, di lavoro. L’Europa ci chiede il rispetto di una precisa gerarchia nella gestione dei rifiuti e ricordo che ai primi 3 posti sono previsti la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclo”.
“Il 90 per cento dei rifiuti prodotti in Sicilia – aggiunge Angela Foti – oggi finisce in discarica con un danno enorme per l’economia e per l’ambiente. Un terzo di questi sono definiti frazione organica e andrebbero a compostaggio (il processo biologico/aerobico che porta alla produzione di una miscela di sostanze umidificate, il compost) se non fosse che l’impiantistica in Sicilia è sottodimensionata o inutilizzata”.
“Questa situazione – continua Foti – è inaccettabile, a maggior ragione se si è consapevoli del fatto che a pesare, puzzare e rendere inservibili tutti gli altri materiali è proprio ” l’umido” che finisce nel sacchetto e comporta costosi pretrattamenti. Il rimedio è sbloccare immediatamente i centri di compostaggio il cui iter autorizzativo è fermo in assessorato da mesi. E’ fondamentale, poi, incentivare e promuovere il compostaggio domestico, possibilmente predisponendo un albo dei compostatori con delibera comunale, specialmente nei piccoli comuni e in tutte le zone rurali. Il fertilizzante naturale ottenuto sarebbe utilissimo per il crescente ritorno all’agricoltura biologica”.
3 commenti
U
n perchè risiede nei forti interessi che hanno i proprietari e gestori delle discariche. Si sa benissimo che più si conferisce in discarica e più guadagnano. Nessuno ha interesse a fare funzionare la racolta differenziata compresi i comuni.
a ragione giuseppe, a titolo personale aggiungo che “forti interessi che hanno i proprietari e gestori delle discariche” e “Nessuno ha interesse a fare funzionare la raccolta differenziata compresi i comuni” si configura la collusione.
Come al solito non si va oltre i discorsi accademici! Tutti sappiamo tutto e non facciamo niente, assistendo inerti allo sfascio progressivo che sta facendo esplodere il problema rifiuti. E’ ovvio che i proprietari di discariche vogliano mantenere lo stato delle cose e, magari, essere pagati per il “servizio” Sappiamo tutti che occorrerebbero impianti di compostaggio, selezione e riciclo; Siamo stanchi di sentire lezioni di teoria dei massimi sistemi dalle maestrine La Rocca e Foti che parlano di interrogazioni, accesso agli atti, indagini conoscitive senza concludere mai nulla!
Se abbiamo speso il nostro voto per QUESTO cambiamento siamo stati fregati ancora una volta