I dati ISTAT sulla povertà in Sicilia forniti alcuni giorni fa danno il senso della devastante crisi che colpisce la nostra isola. Un terzo degli abitanti è al di sotto della soglia di povertà relativa e ben 180.000 famiglie sono al di sotto della soglia di povertà assoluta. Famiglie che hanno difficoltà a mettere insieme pranzo e cena.
Eppure in Sicilia si buttano circa 120 kg pro-capite di alimenti l’anno.
Lo spreco alimentare è uno scandaloso paradosso del nostro tempo, e riguarda tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola.
Secondo una stima della Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea negli Stati membri il 42% del totale degli sprechi si materializza all’interno delle mura. Almeno il 60% di questo spreco potrebbe essere evitato.
In Italia nel 2011 lo spreco di cibo a livello domestico è costato ad ogni famiglia poco meno di 1.600 euro all’anno, ovvero il 27% dei 5.724 euro spesi ogni anno per l’acquisto di beni alimentari.
Gettando via il cibo si sprecano poi le risorse naturali impiegate – suolo, acqua, energia – per produrre, trasformare, distribuire e smaltire e si determinano impatti negativi non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale.
Combattere lo spreco e le perdite di alimenti e le relative conseguenze deve dunque essere una priorità economica, ecologica e sociale per la politica, le istituzioni, le imprese, la società civile e soprattutto per le amministrazioni locali.
Ben 300 amministrazioni pubbliche si stanno già impegnando a svolgere buone pratiche per ridurre gli sprechi alimentari ed energetici nei diversi ambiti di attività di loro competenza attraverso l’adesione alla Carta Spreco Zero
Carta d’Impegno che anche il Candidato Sindaco del MoVimento 5 Stelle di Ragusa, Federico Piccitto, sottoscriverà, impegnandosi a recuperare i prodotti invenduti e scartati lungo la filiera agroalimentare per redistribuirli gratuitamente a quelle categorie di cittadini al di sotto del reddito minimo.