Lettera aperta del presidente Trizzino sul ddl sull’acqua.
Se l’ipocrisia avesse valore il Pd avrebbe risolto i suoi problemi economici.
Giano bifronte al suo cospetto è l’ultimo dei dilettanti, specie per quanto i suoi deputati hanno fatto vedere sul fronte del ddl sull’acqua, dove il partito si è esibito in pubbliche dichiarazioni che fanno a cazzotti con le sue carbonare manovre.
Morale, la confusione che hanno artatamente creato sul tema è tantissima, con l’unico, malcelato, scopo di scaricare le colpe sulla commissione Ambiente e sul Movimento Cinque Stelle.
Fare chiarezza, pertanto, su quello che i siciliani, in questi giorni, stanno subendo in materia di acqua è fondamentale. Far conoscere la verità di quello che accade dentro le stanze di palazzo dei Normanni è una delle nostre prerogative, tanto più se si tratta di temi delicati come quello sulla gestione del servizio idrico, e soprattutto, quando l’unica verità che i vecchi partiti sanno dare è quella utile alla loro bandiera.
Il ddl di iniziativa popolare sulla riforma del servizio idrico è parcheggiato da anni dentro i cassetti del parlamento siciliano. Il precedente governo Lombardo non è stato in grado di trattarlo, eppure il partito che sosteneva quel governo, oggi, lo invoca a gran voce. C’è da chiedersi perché non lo abbia fatto prima! Ma soprassediamo.
Durante l’ultima campagna elettorale Crocetta, affiancato dai fedeli del Pd, sbandiera l’acqua pubblica come punto fondamentale del suo programma. Vince le elezioni. Si insedia, con la maggioranza del Pd, e inizia il nuovo governo all’insegna della rivoluzione…
La commissione che presiedo, all’indomani dell’insediamento all’Ars, decide unanimemente di incardinare i disegni di legge in materia di servizio idrico. Ce ne sono ben quattro: quello di iniziativa consiliare, quello di iniziativa popolare e due parlamentari tra cui quello dell’On. Panepinto (Pd). La commissione, a maggioranza, opta per quest’ultimo.
Siamo a gennaio e già da subito la commissione avvia una serie di tavoli tecnici per studiare la situazione in cui versano gli ATO e i relativi soggetti gestori. Si tratta di un lavoro che dura circa sei mesi, al temine dei quali la commissione e il governo Crocetta vengono chiamati a depositare gli emendamenti al ddl.
Il governo Crocetta, anziché depositare emendamenti al ddl, deposita un disegno di legge ex novo, spiazzando la commissione e i deputati che la compongono, soprattutto quelli del Pd!
A questo punto entra il gioco il caos! Il Pd non sa come difendere il SUO governo, che in barba allo stesso Pd presenta un disegno di legge completamente diverso dal suo. E non sa come difendere il SUO assessore (Dottor Marino) che si scontra con il primo firmatario del vecchio ddl, l’On. Panepinto, anche lui del Pd! Insomma, la solita storia alla quale assistiamo da anni: il Pd è incapace di governare anche se stesso, dimostrando di non riuscire ad avere dialogo nemmeno con il SUO governo!
Qual è la soluzione migliore per il Pd per uscire indenne dal pantano? Scaricare il barile, sic et simpliciter! Il Pd rilascia dichiarazioni dalle quali si evince che il ddl del SUO governo sarebbe stato scelto discrezionalmente dal presidente della commissione!
Alibi perfetto? No! Basta, infatti, consultare i verbali della commissione e, soprattutto, basta leggere il regolamento interno del parlamento siciliano, per capire che Il ddl del governo Crocetta, così come qualunque altro disegno di legge, non è scelto dal presidente della commissione discrezionalmente, ma è scelto con votazione a maggioranza dei suoi componenti. Così è stato fatto per il ddl governativo sull’acqua.
Dai verbali si legge chiaramente che la maggioranza dei componenti della commissione (deputati del Pd compresi!) hanno optato per il ddl del governo.
Dai verbali si legge anche che il suo presidente (cioè io!), così come Valentina Palmeri (M5S), si sono espressi contro, a difesa dei lavori precedentemente svolti dalla commissione.
Un presidente di commissione non si può arrogare il diritto di scegliere in autonomia. Il ruolo del presidente non è quello del dittatore che si impone sugli altri. Il presidente coordina il lavoro della commissione, mantenendo un ruolo super partes.
Insomma se il Pd voleva fare confusione c’è proprio riuscito! Peccato che questa volta la confusione è a scapito dei siciliani, anche di quelli che ad ottobre l’hanno votato.
Ma non finisce qui. Oggi l’ultimo capitolo della telenovela: in commissione il Pd, non contento della confusione creata, chiede l’ennesimo rinvio per parlare col SUO governo. Siamo alla frutta.
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Giampiero Trizzino
Presidente Commissione Ambiente all’Ars