A quanto pare il governo Letta è giunto alla fine. Almeno questa è la sensazione che emerge dalla decisione di Silvio Berlusconi di ritirare i propri ministri dalla compagine governativa.
Quindi, dopo la buffonata delle dimissioni di massa di tutti i parlamentari, nel pomeriggio di sabato arriva la rottura, con appunto il ritiro dei ministri Pdl. O comunque l’annuncio del ritiro.
Intanto, mentre loro, la vecchia e stantia classe politica fa finta di litigare, l’Italia, e con essa milioni di cittadini, si avviano lentamente verso la morte socio-economica: disoccupazione giovanile record. Livello di tassazione record. Pezzi dello stato (vedi vicenda Telecom) svenduti.
E oggi mi viene da ridere quando leggo le parole dei vari esponenti del Partito Democratico, i quali si affannano a dire che Berlusconi è un irresponsabile.
Perché non lo sapevate? Quando mesi fa, dopo aver fatto finta di cercare un accordo con il Movimento 5 Stelle, avete deciso di allearvi con il Pdl di Cicchitto, Gasparri, Alfano, la Santanché (la Santanché?) etc etc … cosa credevate? Credevate che avreste potuto cambiare l’Italia? Voi, insieme a loro, che per trent’anni vi siete letteralmente mangiati il paese?
Solo gli sciocchi possono credere all’idiozia che il Pd si è alleato con il Pdl per il bene dell’Italia. In realtà loro sono complici, e con estrema ipocrisia fanno finta di aver cercato e fatto le larghe intese per senso di responsabilità. Si vergognino!
Ma in tutta questa vicenda va evidenziata con chiarezza la corresponsabilità di un ultra ottantenne che si è fatto rieleggere Presidente della Repubblica. Infatti tra i principali colpevoli di questo declino, c’è proprio lui. Il sovrano Re Giorgio Napolitano. Un uomo che ha sacrificato il paese sull’altare delle larghe intese. Larghe intese, badate bene, fatte nascere con il solo e unico intento di garantire qualche mese di vita in più a un sistema, quello politico/economico, incancrenito, vecchio, stanco, incapace di fornire all’Italia quella spinta di cui ha oggi bisogno per rispondere alle sfide che le nuove configurazioni mondiali richiedono.
Giorgio Napolitano è la figura che rappresenta al meglio la totale spaccatura generazionale che condanna i trentenni, e non solo essi, a un futuro cupo. E’ per questo che il principale fautore delle larghe intese dovrebbe dimettersi immediatamente.
Le dimissioni di Napolitano rappresentano infatti l’atto definitivo di un processo che è già iniziato. Il crollo del castello di sabbia. Un castello in cui si rifugiano malaffare, opportunismo, disonestà e illegalità. Un castello di sabbia in cui trova posto, non solo gran parte del vecchio sistema politico, ma anche buona parte di un mondo, quello del capitalismo all’italiana, che non investe, che non produce ricchezza, ma che prospera alle spalle di tutti noi. Quel famoso 99%.
Ed è proprio in questo momento drammatico, che da cittadino, prima ancora che da attivista del Movimento 5 Stelle, sono convinto che ognuno di noi debba combattere affinché si concretizzi quel cambiamento di cui l’Italia necessita. Dobbiamo far sì che la disperazione di un paese intero si trasformi in forza. Quella forza necessaria per risorgere. Solo attraverso l’impegno di tutti noi possiamo sperare in un futuro diverso. In caso contrario, se ci arrenderemo, saremo destinati a una lenta e inesorabile morte culturale, sociale ed economica.
Di Simone Luca Reale