Esattamente 60 anni dopo la sua costituzione, l’Assemblea Siciliana torna ad occuparsi dell’Ente Autonomo Portuale di Messina.
Parte del Parlamento Regionale, con la scusa che l’Ente Porto è inutile e dispendioso, propone di eliminarlo, chiedendo alla Sicilia e a Messina di rinunciare alle proprie prerogative.
Ai più sembrerà una buona occasione per eliminare un inutile carrozzone e per valorizzare la Zona Falcata ed il porto messinese, ma in pochi si domanderanno come mai l’Ente Porto non ha mai funzionato e di chi sia la colpa.
Appunto, di chi è la colpa?
E’ evidente che la colpa del malfunzionamento di un Ente non può essere dell’Ente stesso.
La colpa del malfunzionamento dell’Ente Porto semmai è di quei politici, incapaci e insipienti, o peggio collusi e corrotti che, anziché farlo funzionare, hanno fatto in modo da renderlo inutile per poi abolirlo e decidere cosa fare di quelle aree il cui sfruttamento fa gola a molti.
La colpa è dei Governi Regionali che non hanno fatto funzionare un Ente costituito appositamente per gestire un Porto Franco che tutti dicono di volere, ma che nessuno fa nascere.
La questione è molto più complessa e delicata di quanto non possa apparire e riveste un interesse primario per tutti i messinesi e per i siciliani.
Dietro l’abolizione dell’Ente Porto si potrebbero, infatti, celare numerosi interessi, quali lo sfruttamento delle aree della Zona Falcata, il Porto, gli approdi, il Piano Regolatore Portuale, la realizzazione di alberghi e parcheggi, in altre parole l’ultima grande speculazione edilizia realizzabile sul nostro territorio.
Il Piano Regolatore Portuale redatto dall’Autorità Portuale, senza avere mai coinvolto la cittadinanza e la Regione, per esempio, ha già previsto la trasformazione delle aree industriali e commerciali del porto di Messina in aree a vocazione turistico-alberghiera, senza nulla specificare in merito all’individuazione delle nuove aree su cui dovrebbe sorgere il Punto Franco.
Visti i potenziali interessi in gioco è evidente che è stato complicato trovare un accordo ed è forse per questo che le formazioni politiche, che nei decenni sono sempre state presenti a Palazzo dei Normanni e che tuttora lo sono, anche se sotto altri simboli, hanno cambiato tante volte idea, prima difendendo, poi attaccando, poi ancora difendendo e infine oggi tornando nuovamente a voler abolire l’Ente Autonomo Portuale di Messina.
Abolizione che comporterebbe per la Regione la rinuncia ad esercitare la propria potestà sui 144.000 metri quadrati che costituiscono la zona falcata della nostra città.
Il Movimento 5 Stelle Messina si è posto delle domande e si chiede come possa una Regione rinunciare ad esercitare la propria potestà su una porzione così importante del proprio territorio?
Perché il Governo Regionale rinuncia a sfruttare le prerogative che gli derivano dallo Statuto Siciliano e dalla legge n. 191/51, realizzando le condizioni che consentiranno all’Ente Autonomo Portuale di Messina di svolgere il compito per cui venne istituito nel 1953: gestire il Punto Franco di Messina?
Perché parte del Parlamento Siciliano, invece di pensare ad abolire l’Ente Autonomo Portuale di Messina, non si impegna per fare dismettere le aree militari inutilizzate, per recuperare la Cittadella, per eliminare l’inceneritore e promuoverne il recupero in chiave culturale, per recuperare il patrimonio storico ed artistico delle opere e delle costruzioni presenti in quella zona, quali la lanterna del Montorsoli, il Forte San Salvatore, il Forte Sant’Anna, l’Istituto Talassografico ed il suo museo di pesci abissali?
E’ questa la rivoluzione del Presidente Crocetta?
E’ assurdo sostenere che lo sviluppo di Messina e della Sicilia passino dall’abolizione dell’Ente Autonomo Portuale di Messina che, invece, dovrebbe essere reso messo in condizione di funzionare.
Sessanta anni sono trascorsi, rinunciando a migliaia di posti di lavoro e a somme incalcolabili che non sono entrate nelle casse della Sicilia e dei siciliani.
L’Ente Autonomo Portuale di Messina non è un ente inutile da eliminare con la scusa della riduzione delle spese regionali, sono ben altri gli sprechi che si perpetrano in questa Regione e chi si è occupato di formazione in questi anni lo sa bene!
In conclusione e senza entrare nel merito della questione giuridica che vede Ente Porto e Autorità Portuale affrontarsi da decenni nella aule giudiziarie siciliane, il Movimento 5 Stelle Messina, insieme al suo Portavoce eletto all’Assemblea Regionale Siciliana – Valentina Zafarana, in questi mesi si è più volte interrogato sulle questioni che riguardano i due enti e a breve organizzerà un incontro aperto a tutte le forze politiche, agli Enti coinvolti e soprattutto alla cittadinanza messinese, per dibattere sul tema e cercare una soluzione condivisa alla problematica che da troppo tempo contribuisce al mancato sviluppo della città.
Il M5S con questa nota e con gli interventi e le azioni che seguiranno nelle opportune sedi, vuole evidenziare che la comunità messinese non può continuare ad essere esclusa dai processi decisionali che coinvolgono zone tanto ampie e importanti.
La cittadinanza messinese ha diritto ad essere informata e interpellata quando le decisioni di Palazzo dei Normanni possono avere effetti talmente permeanti da trasformare la fisionomia, la vivibilità e la potenzialità economica della Città.
In nessun caso un progetto che incide sulla vita di una comunità dovrebbe poter essere sottratto al vaglio della stessa.