La nuova struttura consentirà abbattimenti di spese notevoli mediante l’abolizione di consigli di amministrazione, presidenti e duplicazioni di attività.
Ancora le stesse parole d’ordine per il Movimento 5 Stelle siciliano: risparmio ed efficienza. Così, il M5S all’Ars presenta il disegno di legge “Consorzio Unico Regionale di Ricerca”, finalizzato alla costituzione di un consorzio unico, per mezzo di un progetto di fusione dei Consorzi regionali di ricerca costituiti ai sensi dell’art. 5 della Legge Regionale n. 88 del 1982, per l’espletamento di attività di ricerca applicata, divulgazione ed alta formazione, nell’ambito dei comparti agroalimentarari, agroambientali e agroindustriali del sistema regionale siciliano.
I Consorzi, attualmente in numero di otto, sono inseriti a pieno titolo nel sistema regionale della ricerca e coprono le diverse filiere del sistema agroalimentare siciliano, operando nel quadro degli indirizzi determinati dall’assessorato per le Risorse agricole e alimentari.
“Partiamo dal presupposto, universalmente assodato che la ricerca scientifica genera progresso ed è uno dei fattori chiave per la crescita e lo sviluppo della società – afferma uno dei firmatari del ddl, la deputata M5S all’Ars Claudia La Rocca – e, pertanto, non riusciamo ancora a capire come 7 degli 8 Consorzi di Ricerca siano finiti nella ex tab H. La Ricerca, per ovvie ragioni, necessita della possibilità di programmare, inoltre è giusto ricordare che riesce ad attivare percorsi produttivi con il meccanismo del co-finanziamento, partecipando a bandi pubblici, regionali, nazionali ed internazionali”.
La creazione del Consorzio unico, infatti, consentirebbe di riordinare e ottimizzare, evitando sovrapposizioni e duplicazioni, il sistema della ricerca applicata e dei servizi a supporto delle imprese che stanno alla base dello sviluppo dei sistemi agricoli avanzati; realizzerebbe un importante risparmio di risorse derivante dal taglio di costi quali, per esempio, i compensi per gli attuali otto consigli di amministrazione, otto presidenti e vicepresidenti, otto collegi dei revisori, otto consulte tecnico-scientifiche. Consentirebbe inoltre omogenee spese di gestione e manutenzione dei laboratori esistenti, singole convenzioni per vari servizi esterni e così via.
“Tale risparmio sarebbe reinvestito per migliorare e potenziare le competenze e le eccellenze anche in termini di risorse umane – aggiunge il deputato 5 stelle all’Ars Giorgio Ciaccio – e ricordiamo che la ricerca scientifica non ha colore politico e le sue componenti, come i consorzi regionali, non possono essere visti ed usati come posti di sottogoverno da gestire a proprio piacimento. L’unione delle maestranze, degli obiettivi e delle finalità volte all’innovazione scientifica ci permette di risultare credibili e soprattutto concorrenziali nei confronti del resto d’Europa. Abbiamo delle eccellenze e dei “cervelli” ricercati in tutto il mondo e la Regione ha il dovere di metterli in condizione di potersi esprimere al meglio, pensando un po’ meno ai posti dei vari Cda e concentrandosi nel valorizzare con criterio e programmazione i nostri ricercatori”.
Il nuovo consorzio, secondo il ddl, sarà gestito direttamente da tre organi: un consiglio direttivo, composto da tre membri, di cui uno con funzioni di presidente nominato dal presidente della Regione in osservanza della L.R. 19/97, un membro espressione delle Università e un membro espressione degli altri enti consorziati. Sono previsti inoltre un comitato dei consorziati, composto da un membro per ogni ente o soggetto giuridico partecipante al Consorzio unico regionale di ricerca ed un collegio dei revisori.