In ballo 22 miliardi di euro da dividere con altre quattro regioni. La denuncia dei portavoce Mannino (Camera) e Zafarana (Ars). “Solo negli ultimi giorni nell’isola avviato un discutibile tentativo di collaborazione on line, quando l’Europa chiedeva espressamente un coinvolgimento della società civile ampio e strutturato”.
Fondi comunitari 2014-2020, M5S: “Stato e Regione partono col piede sbagliato. In Sicilia la consultazione per l’accordo di partenariato mai avviata veramente”
Parte male il cammino che dovrebbe portare la Sicilia ad usufruire della quota dei fondi strutturali destinati alle regioni meno sviluppate, con ritardi che si registrano sia a livello nazionale che regionale nell’attuazione dei protocolli.
In ballo ci sono i circa 22 miliardi di euro – da dividere con Basilicata, Calabria, Campania e Puglia – ai quali va aggiunto il cofinanziamento nazionale e regionale che si aggira intorno alla stessa somma.
L’accordo di partenariato che l’Italia, come tutti gli altri stati membri, è tenuta a trasmettere alla Commissione Europea starebbe per essere spedito all’ultimo momento utile (il regolamento comunitario ha fissato come termine proprio questi ultimi giorni di aprile) con presumibili gravi ripercussioni sulla qualità del prodotto consegnato.
In ritardo anche la Sicilia, dove la “consultazione ampia e strutturata del partenariato territoriale e sociale”, chiesta a gran voce dalla commissione europea al nostro Paese, al fine di decidere le priorità di intervento in base alle quali destinare i fondi per il rilancio dell’economia e per la riqualificazione ambientale, a quanto pare non c’è stata.
“Sembra – afferma la portavoce alla Camera del Movimento 5 stelle, Claudia Mannino – che in Sicilia il lungo e articolato processo partenariale richiesto si svolgerà nell’arco di poche settimane visto che un vero e proprio tavolo, al momento, non è stato ancora istituito, e che solo pochi giorni fa è stato avviato un pallido tentativo di coinvolgimento della collettività attraverso la consultazione on line, attiva appena dal 14 aprile, con un sito dedicato a raccogliere idee e proposte”.
“Ci chiediamo quindi – continua la Mannino – se e in che modo, e soprattutto con quali risultati, potrà essere portato a termine un processo articolato e complesso, che dovrebbe prevedere sia l’elaborazione, in collaborazione con i partner istituzionali economici e sociali nonché con le associazioni ambientaliste, dei programmi operativi, sia un’attenta valutazione dell’effettiva capacità degli stessi programmi di concorrere al raggiungimento degli obiettivi posti dall’Europa”
“Dal buon esito di questa operazione – aggiunge la Mannino – dipende la possibilità di avere accesso e di utilizzare, finalmente, le risorse che, come ci chiede l’Europa, devono essere destinate per un generale miglioramento della qualità della vita dei cittadini europei. E questo, in Sicilia, più che in altre parti del continente europeo, passa per la realizzazione degli interventi di bonifica ambientale e di messa in sicurezza del territorio, e per un appropriato sostegno alle piccole e medie imprese, dalle quali dipende non solo l’aumento del numero degli occupati, ma anche la possibilità che le ragioni del lavoro coincidano con quelle di un uso ordinato delle risorse naturali e con l’esigenza di riparare i danni inferti all’ambiente e di ripristinare un quadro di vita salutare e sicuro”
“Ci saremmo aspettati, ma avevamo capito sin dall’inizio che non sarebbe andata così – afferma la portavoce M5S all’Ars Valentina Zafarana – che il governo regionale, oltre agli slogan di pseudo accelerazione nella spesa dei fondi comunitari 2007-2013, attuasse un percorso di confronto e programmatico (da vero sindaco dei siciliani) sulla nuova programmazione comunitaria 2014 – 2020, agganciandola al programma della legislatura in corso”.
Anche sulla piena attuazione della programmazione 2007-2013 si addensano molte nubi. “Le nostre perplessità – dice Valentina Zafarana – sono dovute sia all’ingente volume di risorse che dovrà essere speso in questi ultimi due anni, circa 2,4 miliardi di euro, sia alla capacità di dimostrare, e certificare alle autorità comunitarie, il complesso delle somme programmate e spese che si aggirano intorno ai 6 miliardi di euro. A ciò va aggiunta la preoccupazione riguardante lo stato di liquidità della Regione, insufficiente ad assicurare il necessario e consistente cofinanziamento dei fondi strutturali assegnati”.