Il deputato Giorgio Ciaccio: “Avrebbero dovuto essere drasticamente ridotte grazie ad una nostra norma presente nella scorsa Finanziaria, ma hanno giocato con le parole e le hanno mantenute tutte in vita. Ora puntiamo più in alto: chi è contro lo dica apertamente”.
Il Movimento 5 Stelle sferra un nuovo attacco alle auto blu, anzi all’intero parco auto della Regione siciliana, di cui chiede un taglio progressivo, che arriverà al 9 per cento nel 2016.
La sforbiciata prevista dai deputati 5 Stelle questa volta va oltre alle intoccabili automobili, simbolo della Casta, “che – dice il deputato Giorgio Ciaccio – sono state difese con inaudita determinazione, con il ricorso ad artifici lessicali, pur di non ottemperare a quanto previsto da un nostro emendamento approvato con la scorsa Finanziaria”.
“Stando a quella norma infatti – prosegue Ciaccio – solo le auto blu a disposizione del presidente della Regione e degli assessori sarebbero dovute rimanere in vita e invece non ne è stata dimessa nessuna, poiché ci si è rifugiati in scappatoie lessicali che hanno definito tutte le auto blu ‘di servizio’ o ‘di rappresentanza’, pur di salvarle”.
Per questa ragione il Movimento 5 Stelle ora alza il tiro e punta alla riduzione sia della auto di servizio che di quelle di rappresentanza della Regione, delle società ad essa collegate e delle compartecipate, nella misura del 3 per cento nel 2014, del 6 per cento nel 2015 e del 9 per cento nel 2016.
“Ci aspettiamo – dice Ciaccio – altri ostruzionismi. Sia in aula che anche fuori, in caso di una eventuale approvazione della norma. Probabilmente in una prima fase dismetteranno le auto nelle peggiori condizioni e di piccola cilindrata, ma a chiusura dell’operazione saranno parecchie centinaia le automobili da dismettere e parecchie auto blu, giocoforza, dovranno saltare, a meno che non si voglia mandare a fare i lavori di manutenzione o le piccole commissioni in Audi”.
“A questo punto – conclude Ciaccio – chiediamo onestà intellettuale. Chi vuole a tutti i costi difendere i privilegi lo dichiari apertamente già in aula”.