La vicenda del Parco “Ninni Cassarà” è davvero un altro pessimo colpo per la città di Palermo, che evidenzia ancora una volta che siamo di fronte ad un’amministrazione inerte o che certamente non parla con i suoi organi interni. Dal CO.I.M.E. (del comune) all’ASP, all’A.R.P.A. ci sono passaggi d’informazioni molto chiari, rilevazioni di dati, segnalazioni esterne (anche dei cittadini), interventi mediatici (Striscia la notizia), ma ad intervenire è sempre la magistratura. La politica arriva dopo, arriva dopo che la bomba è confezionata ed esplode il caso con il conseguente caos.
Orlando ed i suoi assessori dimostrano ancora una volta l’inerzia, i dirigenti preposti ai controlli il pressapochismo, e non per dare colpe a caso, quelle le stabilirà la magistratura, ma perché dagli atti del PM Clemente, si evince che non si è fatto nulla, a fronte di ciò che ha evidenziato l’ASP con i controlli su aree che sono perfino limitrofe all’area parco giochi per bambini. Se da un lato lo svolgimento dei lavori e l’inaugurazione ricade sotto la giunta Cammarata , le segnalazioni sulle anomalie sono contemporanee alla giunta di Orlando, che sta fallendo su tutti i fronti.
La notizia dell’amianto rinvenuto nel parco, ha dell’inquietante sotto diversi profili, sia perché le indagini dovranno accertare le responsabilità penali dei soggetti coinvolti nell’indagine (che per il momento sono configurati come ignoti), sia perché stiamo parlando di un’area molto frequentata da famiglie con bambini e che venne inaugurata nel giugno 2011 con spot del tipo “paradiso ritrovato” o “luogo della memoria”.
Dal decreto di sequestro del PM Clemente è possibile evincere che dalla ricognizione del 19 marzo 2014, i 4 su 4 campioni positivi prelevati e certificati dalla relazione dell’ ASP (08/04/2014) indicano “la presenza di materiale proveniente da demolizione, materiale plastico ed altro, apparentemente in fibrocemento, affiorante dal terreno” il tutto in apposite collinette artificiali che sono chiamate in causa proprio per il reato di discarica abusiva non autorizzata con rifiuti pericolosi (artt. 110 c.p. e 256 comma 3, d.lgs 152/2006).
All’interno del provvedimento le indagini si concentrano su diversi aspetti:
1) L’area in cui sono stati prelevati i campioni positivi all’amianto non solo ricadono a distanza significativa da “Villa Forni”, che era stata già oggetto di indagine per abbancamento di rifiuti speciali, ma le campionature si trovano a ridosso dell’area parco giochi per bambini. (Indica che la presenza di amianto nel parco è molto estesa)
2) L’ufficio del CO.I.M.E. – unità di progetto interna al comune di Palermo e preposto alla gestione del parco – aveva indicato un’area di 30mq in data 04/11/2013 da bonificare la cui gestione viene affidata ad una ditta, ma l’ASP in seguito a sopralluogo, circa un mese dopo, denuncia che la bonifica da effettuare è più estesa dei soli 30 mq, a cui non segue riscontro e richiede un intervento urgente il 22/01/2014.
3) Il 25 Febbraio 2014, a seguito delle indagini, la P.G. delegata – N.O.P.A. e A.R.P.A. – rileva che non era stato eseguito alcun intervento.
4) Viene ricostruita una mappatura dell’area che, grazie a rilievi fotografici (anni 2000-2006), evidenzia la presenza di fabbricati pre-esistenti di varia natura (ad es. per bovini) superiori ai 400mq dichiarati, con coperture in eternit. Questi dati sono infine confermati “dal Piano di lavoro per la bonifica dell’area dall’amianto presente nei manufatti siti nel parco e di proprietà del Comune di Palermo”.
5) Infine si evince che i lavori di preparatori alla realizzazione del parco, sono stati condotti in maniera irregolare, sia nell’uso dei mezzi di trasporto utilizzati, sia nello smaltimento dei rifiuti da demolizione smaltiti, e che queste bonifiche necessarie sarebbero dovute avvenire prima di ogni riqualificazione e realizzazione del parco.
Le indagini sono ancora in itinere, ma si parla chiaramente di effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente, in cui i rifiuti pericolosi indicati provengono principalmente da demolizioni o smantellamento di materiale già presente nell’area del parco. L’emergenza che ha portato al sequestro del parco, evidenzia il pericolo per centinaia di mq, in cui l’amianto non è stato smaltito ma interrato, con la conseguente formazione di discariche abusive accertabili da più di un anno. L’ulteriore elemento preoccupante riguarda il coinvolgimento non solo del suolo ma anche del sottosuolo fino a 30cm secondo l’ultima ricognizione effettuata a dicembre 2013 dall’ASP.
Giampiero Trizzino (Portavoce M5S ARS) e Riccardo Nuti (Portavoce M5S Camera) ieri hanno avuto un incontro con l’assessore Agata Bazzi, che attualmente riveste il ruolo di custode giudiziario del parco, in cui si è discusso dei carotaggi da eseguire e del successivo piano di bonifica, dando piena disponibilità per istituire al più presto un tavolo della conferenza dei servizi all’ARS.
Se da un lato è urgente un piano d’emergenza per la tutela della salute e dell’ambiente, auspichiamo che la magistratura faccia luce sui responsabili di un tale disastro, le responsabilità penali sono gravissime, e i cittadini di Palermo meritano delle risposte.