“Si predica male, si razzola peggio. E si legifera a comando. Finché si andrà avanti in questo modo, per la Sicilia non ci sarà speranza. Hanno tentato perfino l’assalto al carrettino, visto che le casse sono praticamente vuote e che si era concordato di presentare emendamenti che non provocassero aggravio di spesa, ma nei fatti non è andata così”.
Il gruppo M5S all’Ars commenta duramente la manovra che si appresta sbarcare in Aula e che rispolvera le solite clientele.
“Una manovra a rate, perché ce ne saranno altre a breve, di chiaro stampo elettoralistico – afferma il capogruppo Francesco Cappello – impostata con il solito metodo del ‘salvatore’ Crocetta, se passerà indenne il vaglio dell’aula. Non è casuale che il pagamento degli stipendi avvenga a ridosso delle elezioni. Non è casuale l’assenza del governatore in commissione, non è casuale che l’ assessore abbia riscritto e rimodulato la mini manovra per ben tre volte, fino a quando la maggioranza non ha soddisfatto tutte le pretese avanzate nei confronti di un governo in balia non dei siciliani, come sarebbe giusto che fosse, ma di un piccolo gruppo di persone che per l’ interesse di pochi è disposto a sacrificare gli interessi della collettività”.
“Fa specie – continua Cappello – che si sia dovuto raschiare il barile, quando all’Ircac è bloccato un tesoretto di circa 120 milioni di euro, che aspetta solo di essere scongelato da una leggina”.
Totalmente negativo anche il commento di Giorgio Ciaccio, componente della commissione Bilancio. “Altro che manovra, è un voto di scambio – dice – perpetrato a 20 giorni dalle elezioni. Allo stato di di fatto l’unico modo per andare avanti è commissariare la Sicilia. L’unica forza di Crocetta, attualmente, è la paura dei deputati di tornare a casa”.
Nel mirino del M5S ci sono alcune norme da tabella H (Inda e Taormina Arte), ma, soprattutto, l’emendamento approvato ieri in commissione Bilancio che ripesca i Pip che hanno redditi familiari Isee oltre i 20.000 euro, fissando il limite solo per i redditi personali.
“Hanno ceduto davanti alle proteste – affermano i deputati – consentendo la reimmissione nel bacino di gente che può contare su buoni redditi personali e anche su quelli del coniuge, redditi che potrebbero essere anche veramente rilevanti. Non a caso dovrebbe essere ripescato il lavoratore milionario, di cui tanto ha parlato la stampa”.
L’emendamento Pip è stato approvato unanimemente in commissione, tranne dai deputati del Movimento 5 Stelle, cosa che li ha portati ad abbandonare la seduta.
Sull’argomento Pip è intervenuto anche il deputato nazionale Riccardo Nuti.
“Provvedimenti del genere – dice – nocciono a tutti gli ex Pip, che saranno accomunati nel giudizio negativo della gente. Si assicurano redditi a gente che non ne ha bisogno, in un contesto generale che vede calpestati i più elementari diritti di chi, evidentemente, non ha santi in paradiso”.