La giornata di protesta, organizzata dal M5S, ecologisti ed attivisti è in programma a partire dalle 10,30. In scaletta un corteo ed un’agora dei parlamentari Cinquestelle. Oggi il preludio, con un incontro alla Camera tra deputati del Movimento ed esperti per studiare soluzioni al problema.
“No alle ricerche petrolifere a terra e in mare”
Popolo 5 Stelle, ecologisti, comitati e semplici cittadini assieme per dire no alle ricerche petrolifere. Domenica prossima a Licata andrà in scena la mobilitazione nazionale contro le trivelle, che il decreto Sblocca Italia di Renzi rischia di mettere in azione un po’ ovunque.
La manifestazione, una sorta di “chiamata alle armi” in difesa dell’ambiente, prevede il concentramento alle 10,30 in piazzale del Carmine, da dove muoverà un corteo diretto a piazza Attilio Regolo, dove i portavoce nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle terranno un’agorà. La manifestazione sarà preceduta oggi da un incontro dei deputati 5 stelle alla Camera con un’equipe di esperti che riferirà sull’argomento e con la quale si studieranno soluzione al problema trivellazioni. Saranno presenti Alessandro Giannì, direttore campagne Greenpeace Italia, Domenico Macaluso, esperto dei fondali marini e del fenomeno di pseudo vulcanesimo sedimentario, un esperto del comitato ‘Stoppa la piattaforma’, che riferirà sulla flora e fauna e sugli effetti devastanti sull’habitat marino a seguito delle ricerche con l’Airgun, macchinario in grado di produrre onde sismiche, Giacomo Cortese, esperto di diritto ambientale, e gli attivisti Giuseppe Sicilia, in qualità di relatore, e Francesco Suriano, organizzatore della protesta a livello nazionale.
“Il decreto Sblocca Italia – afferma la deputata Claudia Mannino, componente della commissione Ambiente della Camera – consegna i nostri mari e la nostra terra ai petrolieri. Dopo il loro passaggio rimarrà la devastazione. Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, le ricerche e le estrazioni nel canale di Sicilia si estenderanno in un area di quasi 13 mila kmq, per un totale di 10 milioni di barili estraibili. Il mare piangerà questa scelta per centinaia di anni, così come i territori votati alle coltivazioni. Il Mediterraneo, che è un mare chiuso, non avrà la capacità di rigenerarsi prima di molti secoli e al primo incidente sarà devastato. Ecco perché noi tutti dobbiamo impedire che ciò avvenga. Dobbiamo mobilitarci ora prima che sia troppo tardi”.
Nel corso della manifestazione è previsto un collegamento telefonico con l’ex sub Enzo Maiorca.