Gran parte dell’acqua, addirittura, non andrebbe pagata. Per il resto prezzi irrisori. I parlamentari Cinque Stelle promettono battaglia: “Non consentiremo l’ennesimo oltraggio ai Siciliani”.
“Un atto osceno in luogo pubblico”. Il M5S Stelle boccia senza mezzi termini il ddl, targato Confindustria, sbarcato in questi giorni alla commissione Attività produttive del’Ars che, con la prossima Finanziaria, mira praticamente a “regalare” l’acqua minerale alle multinazionali.
Il disegno di legge, abbondantemente, annunciato nei giorni scorsi, azzera l’attuale canone, ne prevede uno di 30 centesimi a metro cubo per l’acqua imbottigliata, uno di 20 centesimi per l’acqua “non imbottigliata ma comunque utilizzata” e nessuno per quella “non imbottigliata e non utilizzata”.
Si tratta di tariffe nettamente più basse di quelle attualmente in vigore, da quando, cioè, il M5S era riuscito ad inserire e a far approvare, con la manovra finanziaria del 2013, un emendamento che innalzava i canoni di estrazione delle acque minerali siciliane a 2 euro al metro cubo. Quota che le multinazionali dell’acqua hanno maldigerito, palesandolo più volte in tutte le audizioni richieste.
“E’ un argomento – fanno sapere i deputati del M5S – sul quale non cederemo e daremo battaglia. Il disegno di legge pervenuto in terza commissione equivale ad un ‘atto osceno in luogo pubblico’, una proposta tanto irricevibile quanto irrispettosa dei siciliani. Le logiche industriali, secondo le quali i costi si riducono a fronte di un maggiore quantitativo prodotto non si possono applicare all’acqua che è un bene essenziale e non è certo infinito”.
“Siamo disponibili a venire incontro alle esigenze delle piccole aziende siciliane che operano nel settore”, dichiara la deputata Claudia La Rocca, “ma non siamo disposti a fare regalie alle multinazionali dell’acqua. I nostri emendamenti al testo andranno in questa direzione. Il canone va calcolato sull’acqua estratta. Chi ne utilizza un quantitativo ridotto deve pagare meno, chi invece sfrutta le nostre risorse deve pagarla senza sconti”.
“Abbiamo richiesto dati precisi sull’acqua estratta ed imbottigliata”, aggiunge il deputato Matteo Mangiacavallo, “ma non ce li hanno forniti. Quelli parziali di cui siamo in possesso evidenziano come solo una parte dell’acqua estratta venga imbottigliata. E l’altra che fine fa? La legge che esamineremo la prossima settimana prevede costi irrisori se viene imbottigliata, ancora meno se viene imbottigliata altrove, addirittura nulla se la disperdono nei campi. Ci aiutino a capire cosa intendono per ‘acqua non imbottigliata e diversamente utilizzata’ o ‘acqua non imbottigliata e non utilizzata’, e ci spieghino meglio le loro ragioni, ma il M5S non consentirà l’ennesimo oltraggio a danno dei Siciliani”.