Il M5S presenta una risoluzione in commissione Sanità: “La regione responsabile di questi ritardi riconosca immediatamente l’unità operativa per il trattamento delle maculopatie”.
Dal lontano novembre 2013 l’Asp di Ragusa ha trasmesso all’assessorato regionale Sanità istanza per l’individuazione e l’autorizzazione al mantenimento dei centri prescrittori dei medicinali destinati alla cura delle maculopatie, quelle malattie che colpiscono la zona della retina che serve alla visione centrale: si tratta delle UU.OO.CC (unità operative complesse) degli ospedali Maggiore di Modica e Guzzardi di Vittoria. “Sino ad ora l’assessorato ha riconosciuto soltanto l’oculistica di Modica, – afferma la deputata M5S Vanessa Ferreri che ha già presentato un’interrogazione nel febbraio scorso, insieme al deputato Assenza, senza ricevere alcuna risposta dall’assessore Borsellino, ed oggi è prima firmataria della risoluzione presentata in commissione Sanità – sul presupposto, peraltro errato, di un maggior numero di casi trattati”.
“In verità – aggiunge Ferreri – il numero dei pazienti trattati nel reparto di oculistica del Guzzardi di Vittoria è sicuramente più elevato. Presso tale unità operativa, infatti, affluiscono non solo i pazienti del versante ipparino ma anche dei territori limitrofi di Gela e Niscemi. Del resto, è noto come presso l’oculistica di Vittoria si sia sempre svolta un’attività chirurgica in elezione ed in urgenza che ha garantito il trattamento di patologie oculari complesse limitando il cosiddetto “indice di fuga” verso altre strutture sanitarie regionali ed extra regionali, con ottimi risultati come confermato dalla stessa utenza”.
“Impegniamo così il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino – conclude la parlamentare Cinquestelle – a procedere immediatamente al riconoscimento dell’Unità operativa di Oculistica di Vittoria quale centro cui è consentito l’impiego dei medicinali per le terapie intravitreali per il trattamento delle maculopatie, al fine di non mortificare una realtà assolutamente efficiente ed all’avanguardia e non inficiare la qualità dell’offerta sanitaria della divisione”.