I Cinquestelle presentano interrogazioni all’Ars e alla Camera, prime firmatarie, rispettivamente, Vanessa Ferreri e Marialucia Lorefice: “La Tomba e la Grotta non sono più fruibili, erbacce, eternit e carcasse di animali rendono la zona pericolosa”.
Il parco archeologico di Cava Ispica, considerato uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia e non solo, si compone di un percorso che, fra ampie e suggestive gole strapiombanti, si snoda per circa 14 Km, lungo i territori dei comuni di Modica e Ispica. All’interno del parco vi sono siti archeologici d’importanza riconosciuta a livello mondiale, come la ‘Tomba del re a finti pilastri’ o la ‘Grotta dei santi’. “Oggi, tuttavia, – afferma Vanessa Ferreri, prima firmataria dell’interrogazione presentata all’Ars – questi monumenti sono quasi impossibili da raggiungere a causa dello stato di abbandono e degrado in cui versa l’area ed i relativi percorsi”. Il gruppo di attivisti di Modica, qualche settimana fa, ha denunciato come l’area sia invasa, oltre che da erbacce, anche da grandi quantità di rifiuti, peraltro molto pericolosi per l’ambiente, quali eternit e carcasse di animali anche in stato di putrefazione. All’interno dell’area si sono anche registrati numerosi atti vandalici, che l’hanno resa in poco tempo uno dei luoghi più degradati e pericolosi della città di Modica.
Le responsabilità sull’incuria e sul degrado della zona vengono rimpallate tra il comune di Modica e la Sovrintendenza dei Beni culturali di Ragusa, che continuano ad organizzare eventi all’interno dell’area, non curandosi dell’incolumità pubblica nonché del grave danno all’immagine per il turismo archeologico locale. “Chiediamo pertanto che l’assessore regionale per l’Ambiente, – continua la parlamentare M5S – nonché l’assessore ai Beni culturali intervengano con urgenza affinché esortino entrambi gli enti competenti ad attivarsi immediatamente”. Alla Camera, invece, è la deputata Marialucia Lorefice che prende in incarico la vicenda e chiede al Ministro all’ambiente se non intenda richiedere una verifica dello stato dei luoghi direttamente al comando dei Carabinieri. “Vogliamo sapere, inoltre, – concludono Ferreri e Lorefice – come mai, nonostante le somme già messe a disposizione negli anni scorsi dalla Regione (427 mila euro solo nel 2010), il comune di Modica non abbia mai proceduto né a ricostruire né a porre in essere un’opera completa di progettazione del ponte di Baravitalla, travolto dalle piogge torrenziali del 2002, il cui rudere, ancora presente all’interno del parco, costituisce un gravissimo pericolo per l’incolumità dei turisti, anche perché non vi è nessuna segnaletica di pericolo o nessuna transenna che ne impedisca l’accesso”.