La denuncia del deputato Cinquestelle: “Gli interessi dei privati sono ben difesi dentro l’Ars e a Palazzo d’Orleans”. Il parlamentare invita tutte le forze politiche dei Comuni della provincia a fare pressioni sui propri referenti al parlamento regionale.
Domani in sala d’Ercole sarà avviata la discussione generale del disegno di legge per la ripubblicizzazione dell’acqua in Sicilia. Sono grandi le aspettative dei cittadini e crescono i timori tra le forze politiche per l’esito di una legge contrastata da lobby e poteri forti. Il primo scoglio da superare sarà la pregiudiziale di incostituzionalità, presentata dal gruppo degli ex MPA e sostenuta dal governo Crocetta. Ecco il commento del deputato del M5S, Matteo Mangiacavallo: “La legge per l’acqua pubblica incardinata in aula – commenta Mangiacavallo – è una legge per certi aspetti rivoluzionaria. Ribadisce i principi dello statuto siciliano e definisce un percorso attraverso il quale nessun privato potrà più gestire l’acqua nella nostra isola. E’ chiaro che questa va a colpire i cosiddetti poteri forti e che dovremo contrastare le loro resistenze, rappresentate in aula da forze politiche di maggioranza e opposizione, come ad esempio parte del PD, Forza Italia, NCD”.
“Provengo da una provincia, quella di Agrigento, – continua il deputato del M5S – in cui il problema della privatizzazione dell’acqua è molto sentito, in cui i cittadini pagano bollette care e amare usufruendo di un pessimo servizio, gestito da una società che riscuote i canoni di depurazione anche nelle zone non servite; e che se non paghi, ti stacca il contatore”. “All’ARS sono difesi bene, – denuncia Mangiacavallo – c’è sicuramente Vincenzo Fontana dell’Ncd che quando era presidente dell’ATO aveva sottoscritto la convenzione e continua ad accarezzarsela; e Roberto Di Mauro che dopo aver fatto di tutto per far saltare la discussione di questo disegno di legge, ha fatto presentare la pregiudiziale di incostituzionalità al suo collega Giovanni Greco. Se non fosse un problema serio saremmo alle comiche, gli ex autonomisti dichiarano che lo statuto siciliano non vale nulla di fronte allo Sblocca Italia di Renzi, lo stesso decreto che tradisce l’esito referendario sull’acqua e trivella i nostri mari”.
“La verità è che buona parte dei partiti politici dimenticano gli interessi della collettività e si concentrano su quelli di pochi, su interessi privati, e per quelli fanno di tutto. Sono schifato e disgustato – conclude il parlamentare M5S Matteo Mangiacavallo – da domani ci aspettiamo diverse rappresaglie in aula per far saltare la legge. Tutti si improvviseranno costituzionalisti e fra questi ci saranno pure gli assessori di Crocetta. Il M5S ha chiesto al presidente della Regione di essere presente in Aula già dalla discussione generale. Vedremo chi difenderà, se il testo, e quindi i siciliani, o il suo governo e gli interessi di pochi”.
Così, un ultimo appello prima della discussione: “Chiedo a tutte le forze politiche di ogni Comune della provincia di Agrigento, ed a tutti i cittadini di fare pressioni sui propri referenti all’Ars. Nessuno tocchi i principi basilari di questa legge e la stessa venga approvata in tempi rapidissimi. Dalla nostra, daremo testimonianza di chi si opporrà e di chi, invece, favorirà l’approvazione del ddl, affinché la gente sappia la verità e quali azioni portano avanti i loro rappresentanti. Non esiste, ad esempio, il “renziano” che non vuole trivellare il mare, che non privatizza l’acqua e che non ammazza la “buona scuola” a meno che non scelga un altro partito. La finiscano di dichiararsi per l’acqua pubblica ed inserire norme che, invece, continuano a favorire i privati”.