Il capogruppo Ciaccio: “E’ il primo vero attacco al cuore del cerchio magico, ma tutta la classe dirigente responsabile dello sfacelo attuale deve andare a casa. A partire da questo governo e da questa maggioranza di cambiacasacche, messa all’indice da “Presa diretta” e dalle denunce dell’ex deputato Sorbello.
C’è finalmente una data: la mozione di censura del M5S contro il segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso sarà votata il 23 settembre prossimo. O meglio si voterà per decidere se votare e, in caso esito positivo, si voterà l’atto parlamentare. La decisione è stata presa oggi in sede di conferenza dei capigruppo.
Soddisfatto il neo capogruppo Giorgio Ciaccio, che da tempo, assieme a tutti i deputati del Movimento, fa pressing perché la mozione, da mesi all’ordine del giorno, sia discussa.
All’origine della mozione anti-Monterosso c’è la condanna della corte dei Conti per la questione extrabudget concessi agli enti di Formazione
“Da tempo diciamo – afferma Ciaccio – che la presenza della dirigente ai piani alti della Regione è eticamente inaccettabile. La sentenza definitiva della magistratura contabile, arrivata recentemente ha messo il sigillo sulla questione. Altro che multa – come dice Crocetta – un milione e trecentomila euro per le casse della Regione sono un danno tutt’altro che trascurabile e ‘l’espressione di intollerabile leggerezza e negligenza funzionale’, per usare le parole dei magistrati contabili”.
La mozione della Monterosso non affonda le radici solo nella condanna della Corte dei conti, ma anche nel percorso che l’ha portata ai vertici dell’amministrazione regionale.
“La Monterosso – dice Angela Foti – continua a ricoprire il ruolo più importante dell’amministrazione senza essere entrata per concorso, senza che si sia rilevato prima quali altri tra le centinaia di dirigenti interni avessero le qualifiche. Quanto ai meriti acquisiti sul campo, la condanna la dice lunga su quanto la insostituibile/intoccabile professionista abbia servito la Regione. Non ci sono più i presupposti per difendere questa forzatura, che ci costa circa 300 mila euro l’anno”.
“Quello alla Monterosso – affermano i deputati M5S – è solo il primo attacco al cerchio magico, che deve presto andare in frantumi per il bene dei siciliani. Tutta la classe dirigente, responsabile dello sfacelo della Sicilia, deve andare a casa, a cominciare dal governo, che si regge grazie alla complicità di partiti che hanno a cuore solo la propria sopravvivenza e il proprio tornaconto. Le gravissime accuse di Sorbello sui presunti favori ai cambiacasacche (sulle quali indaga la magistratura a seguito di un nostro esposto) e la recente inchiesta di “Presa diretta” hanno mostrato ai cittadini la vera faccia di dei partiti e dell’azionista di maggioranza del governo, il Pd. La Sicilia non può più rimanere in mano a questa gente. Si deve tornare alle urne al più presto. Intanto il 23 capiremo chi ha a cuore etica e trasparenza e chi vuole insabbiare tutto per non aprire un vaso di Pandora”.