La consultazione popolare mira abrogare due articoli dello “Sblocca Italia”. Per andare al voto occorre il “sì” di altri quattro consigli regionali. Alcuni si esprimeranno in questi giorni.
La Sicilia si pronuncia contro le trivelle. Sbarcano a sala d’Ercole mercoledì prossimo le proposte di referendum abrogativo contro l’articolo 38 dello “Sblocca Italia” e l’articolo 35 del decreto Passera. I due atti portano la firma del presidente della quarta Commissione, Giampiero Trizzino, che un anno fa aveva già presentato in Commissione una proposta analoga. Prima di arrivare in aula, i testi, dovranno fare un passaggio, il giorno prima, in quarta commissione, ma il “sì” sembra scontato, visto che la stessa si era espressa favorevolmente il 2 dicembre scorso.
Per arrivare al referendum occorre che 5 Regioni si esprimano per la consultazione popolare entro il 30 settembre. Dalla Basilicata è già arrivato il “sì”, e altre sei Regioni, oltre alla Sicilia, sono pronte a dare il via libera al referendum (domani dovrebbe arrivare quello di Marche, Molise, Sardegna e Puglia).
Successivamente saranno la Corte di Cassazione e quella Costituzionale a dovere pronunciarsi, prima che si aprano le urne.
“Stupisce – dice Giampero Trizzino – che la Regione Siciliana decida di muoversi soltanto dopo la spinta della Basilicata, considerati i tempi in cui sollevammo la questione, sia attraverso le audizioni che gli incontri con le associazioni ambientaliste. In ogni caso, Il M5S è pronto a sostenere la campagna referendaria che dovrà portare gli italiani a decidere su un tema sensibile quanto quello dell’energia nucleare. Le alternative alle fonti fossili esistono e non sono una utopia, basta avere il coraggio di intraprendere scelte di politica ambientale responsabili e in linea con il principio di sostenibilità”.
1 commento
Voto contro le trivellazioni che usino le risorse x le energie rinnovabili. Sono il nostro futuro( _ non quello delle lobby del petrolio)