La deputata Cinquestelle Foti: “Siciliani, acesi in testa, illusi per scopi propagandistici, mentre la partecipata continuava a perdere milioni di euro”.
Pochi giorni fa, il Movimento 5 Stelle, a firma della deputata all’Ars Angela Foti, ha presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti , rispetto ad un possibile danno erariale che coinvolge le Terme di Acireale. La parlamentare ritiene che la condotta del socio unico, nella persona del presidente Crocetta, abbia prodotto un serio danno economico-finanziario del patrimonio pubblico regionale, “colpevole, soprattutto, – afferma Foti – di azioni in perfetta continuità con un passato che ha devastato una risorsa insostituibile per il territorio”. Ma la deputata non risparmia nemmeno gli amministratori via via succedutisi. In questi anni il Movimento 5 Stelle ha depositato numerosi atti parlamentari ispettivi e acquisito documentazione relativa alla Società Terme di Acireale.
Si scopre, quindi, che dalla data di messa in liquidazione della Società fino ad oggi, le Terme di Acireale hanno dapprima, durante il governo Lombardo, interrotto le attività sociali disperdendo anche il capitale umano che, pur continuando ad essere a carico del bilancio regionale, è stato dislocato presso altri assessorati con una spesso dubbia produttività; poi, all’inizio del 2013, le stesse attività sono state riprese per volontà di Crocetta. “Proprio questa scelta,oggi che le strutture sono nuovamente chiuse dallo scorso marzo, appare del tutto scellerata. Ciò – continua la Cinquestelle – ha aggravato la già pesante condizione economico-finanziaria della Società, che gli ultimi cinque esercizi ha segnato perdite catastrofiche, così come risulta dalle relazioni dei liquidatori: 2009 – 2,55 milioni di euro, 2010 – 2,33 mln €, 2011 – 2,77 mln €, 2012 – 2,3 mln €, 2013 – 1,7 mln €. Non ci risulta che siano state avviate azioni di responsabilità se non, sollecitate da noi, per la gestione Angiolucci“.
A tale quadro, già allarmante, si aggiunga poi la pesantissima situazione debitoria della società di 14 milioni di euro circa. In particolare fa specie il debito per mutui per oltre 7 milioni di euro. Tali debiti derivano da due contratti di mutuo accesi nei primi anni ’90 con l’allora Banco di Sicilia, oggi Unicredit Group, per l’acquisto di un immobile da convertire in albergo “Hotel Excelsior Palace Terme” e di un centro polifunzionale per i quali, nonostante lo stanziamento in bilancio regionale delle somme necessarie per il pagamento delle le rate previste, a partire dall’anno 2006 vengono inspiegabilmente sospesi i pagamenti esponendo così il patrimonio regionale alla comprensibile aggressione da parte del creditore. Pur avendo invocato la ricontrattazione del mutuo, tutto è caduto nel vuoto ed è notizia recente, ottobre 2015, che il tribunale fallimentare di Catania, su richiesta del creditore Unicredit, ha deciso la vendita all’asta dell’Hotel Excelsior Palace Terme per il recupero del credito vantato.
“Era chiaro a tutti, anche l’amministrazione regionale era stata messa al corrente, più e più volte, delle disastrose performance economico-finanziarie. Eppure, – aggiunge Foti – Crocetta & Comp. col loro non agire hanno segnato il declino di un territorio, più volte illuso da promesse e slogan”.
“La riapertura del 2013 mostrava forse la volontà da parte della Regione di rilanciare la struttura, evitare che fosse abbandonata e vandalizzata, o che non perdesse appeal nei riguardi di eventuali investitori? – conclude, ironica, la parlamentare – Ovviamente no, trattasi infatti di scopi meramente elettorali e di propaganda, diversamente non sarebbero state bocciate le norme di proposta di uscita dalla liquidazione. A conferma di ciò, a circa due anni dalla ripresa dell’attività sociale, nulla è stato fatto dagli organi dell’amministrazione regionale competenti, né per l’ampliamento delle attività, né per la predisposizione del bando e l’espletamento della gara ad evidenza pubblica per l’affidamento della gestione, così come previsto dall’art. 21 della già richiamata legge regionale numero 11 del 2010. Inoltre, non si è proceduto nemmeno alla liquidazione della società ma si è continuato con la gestione ordinaria, per quanto possibile, continuando ad accumulare perdite di esercizio ed aggravando la già catastrofica situazione economico-finanziaria”.
La deputata adesso lascia alla Corte dei Conti il compito di verificare urgentemente e accertare le responsabilità, “risulta inaccettabile che la certa politica, artefice di un disastro economico, ancora impunemente pensi di poter sfruttare a proprio vantaggio una situazione che ha messo in ginocchio un territorio. Chi ha sbagliato paghi, il conto non può essere sempre a carico dei siciliani”.