Spesi 18 milioni di euro in Sicilia solo per l’abbattimento delle palme colpite dal punteruolo rosso. L’ingresso incontrollato di patogeni e parassiti dall’estero distrugge l’economia e l’ecosistema dell’isola.
“I costi derivanti dall’introduzione all’interno della nostra regione di patogeni e parassiti alieni ci impone l’esigenza assoluta di proteggere la biodiversità autoctona siciliana”. Lo dice la deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Palmeri che presenta all’Ars il ddl sul “Principio di precauzione”. Il disegno di legge intende introdurre nell’ordinamento della Regione Siciliana un principio di derivazione comunitaria, quello di ‘precauzione’, fondamentale per poter dotare la nostra isola di uno strumento utile a salvaguardare, attraverso la prevenzione dell’impatto dannoso che alcune specie provenienti da altri Paesi, per lo più tropicali e sub-tropicali, possono arrecare agli ecosistemi naturali e produttivi e alle ricchezze agricole e naturalistiche della Sicilia.
La parlamentare porta ad esempio il caso del punteruolo rosso. “Il costo per l’abbattimento delle piante infestate dal parassita (solo in Sicilia sono state abbattute circa 12 mila palme) – afferma la parlamentare Cinquestelle – è di circa 18 milioni di euro, sostenuti in parte dagli Enti ed in parte dai privati”. “Ma il punteruolo rosso, per il quale tutti si sono allarmati, – continua Palmeri – non è che la punta dell’iceberg di questo problema; ogni anno infatti si verificano introduzioni di specie aliene che infestano, per esempio, il pomodoro, il nocciolo, le castagne, l’olivo, gli alveari ecc, o che entrano in competizione con le nostre specie”.
In Puglia, in riferimento alla strage degli ulivi secolari provocata, sembrerebbe, da un virus, il presidente del coordinamento degli ispettori fitosanitari dell’Ufficio provinciale agricoltura di Lecce ha di recente dichiarato «che il danno è di proporzioni catastrofiche e nessuno vuole spingersi a ipotizzare la cifra del disastro ambientale ed economico; se non si contiene velocemente l’emergenza e la diffusione del virus non basterebbe l’intero Fondo di solidarietà nazionale di 18 milioni di euro a fronteggiare la questione». Nel 2008 il costo sostenuto per il controllo delle specie invasive e per rimediare ai danni da queste causati in tutta l’UE, ha raggiunto un valore stimato compreso tra i 9,6 e i 12,7 miliardi di EURO. Ma si tratta senza dubbio di un valore sottostimato considerando che molti Paesi hanno appena iniziato a calcolarne i costi e che spesso non si riescono a conteggiare le spese sostenute dai privati cittadini.
“Fino ad oggi, – conclude la prima firmataria del ddl – per la risoluzione di questi problemi, ai costi si sono aggiunti altri costi che hanno risolto poco o nulla. I risarcimenti e le lotte chimiche e biologiche spesso non risolvono il problema perché non si blocca il flusso in ingresso, né possono bastare ad evitare l’affossamento di una economia. Con questo disegno di legge si vuole affrontare, quindi, alla radice questo spinoso problema che ha un impatto economico negativo a carico degli enti pubblici, del comparto agroalimentare e, in generale, dei cittadini. In definitiva bisogna proteggere e non far scomparire la nostra economia, anche perché in caso contrario tutti i finanziamenti europei sarebbero comunque inutili, proteggere le peculiarità territoriali e produttive, questa è la grande sfida”.