Dopo la vicenda dei terreni svenduti a Zamparini i deputati ed attivisti cinquestelle scoprono nuovi sprechi all’ente Principe di Palagonia e conte di Ventimiglia, che non riesce più a pagare gli stipendi ai dipendenti nonostante un patrimonio immobiliare enorme. La deputata all’Ars La Rocca: “Stiamo raccogliendo il materiale per esposti alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti”.
Numerose cyclette, tapis roulant sedie, tavoli ed attrezzature varie. Tutto nuovo di zecca ed inutilizzato da anni. C’è anche questo all’Ipab di Palermo Principe di Palagonia e Conte di Ventimiglia, a testimoniare anni di cattiva gestione che stanno conducendo l’ente verso il crac. L’Ipab da mesi è infatti alla canna del gas e non riesce più a pagare nemmeno gli stipendi ai suoi dipendenti, pur potendo contare su un patrimonio immobiliare enorme, valutabile nell’ordine di decine di milioni di euro.
A sollevare il velo sul nuovo sperpero è stata una nuova ispezione all’Ipab del M5S, che nei giorni scorsi aveva tirato fuori il caso dei terreni di Fondo Raffo, che sarebbero stati svenduti alla società di Zamparini.
“Ho avuto modo ai vedere con i miei occhi – dice la deputata all’Ars Claudia La Rocca – tutto questo materiale che riempiva un magazzino. Tutto era ancora avvolto nel cellophane”.
Il materiale era stato acquistato grazie ad un progetto regionale del 2010 che prevedeva “un un intervento finanziario straordinario mirato prioritariamente al potenziamento dei servizi offerti e del loro livello qualitativo, a beneficio delle fasce più deboli dagli stessi enti assistiti”.
“A parte alcune somme utilizzate per degli spettacoli – racconta La Rocca – gran parte del progetto non andò in porto. Utilizzazione delle attrezzature comprese. Sulla vicenda, comunque, cercheremo di andare a fondo, grazie alle carte che cercheremo di acquisire con una richiesta di accesso agli atti”.
Nel corso dell’ispezione, il M5S ha acceso i riflettori pure su palazzo Grassellini (di proprietà dell’ente), occupato senza nessun evidente segno di effrazione e dal quale, a quanto pare, è stato asportato parte di un pavimento di grande valore.
“Siamo venuti a conoscenza pure – racconta La Rocca – del caso di una dipendente, ora in pensione, che avrebbe ricoperto il ruolo vacante di economo a seguito di un concorso interno indetto senza ricorrere, come si sarebbe dovuto, a concorso pubblico senza riserva per il personale interno e con il requisito della laurea, che alla dipendente in questione mancava”.
A queste anomalie vanno aggiunti i contenziosi persi dall’ente col Comune di Palermo per circa 2 milioni di euro. Alcuni dei quali, a quanto pare, per una condotta non proprio inappuntabile (mancata produzione dei documenti necessari, ricorsi redatti senza il supporto probatorio, mancato deposito del fascicolo di parte del monitorio).
“Tutto il materiale raccolto e quello che raccoglieremo con ulteriori accessi agli atti – afferma la Rocca – diventerà materiale per esposti che presenteremo alla Corte dei conti ed alla Procura della Repubblica”.