Oggi i deputati M5S regionali e i portavoce nazionali Di Maio e Di Battista hanno incontrato i giornalisti, alla presenza dei familiari del muratore suicida per lanciare la volata alla riforma che metta al sicuro la prima casa. “E’ un’operazione altamente simbolica – hanno detto i parlamentari – serve ad accendere i riflettori sulla legge voto sull’impignorabilità approvata dall’Ars e ferma a Roma da quasi un anno e mezzo. Casi come questo non devono più accadere”
“La prima casa non si tocca”. Arriva da Vittoria la spallata che mira a far cadere le resistenze che bloccano al Senato la legge voto approvata dall’Ars, che punta a mettere al sicuro il bene forse più prezioso per le famiglie. E arriva in sella ad un caso che nel 2013 ha scosso l’opinione pubblica: il suicidio di un muratore di 64 anni che si diede fuoco per cercare di salvare l’appartamento che aveva costruito con le proprie mani e che rischiava di passare definitivamente di mano a causa di un debito con le banche di appena 10 mila euro. Quell’appartamento era finito all’asta e poi acquistato da terzi, con la prospettiva, per i familiari di Guarascio, di doverlo abbandonare per sempre. Oggi quella casa è tornata in possesso della famiglia del muratore, grazie al contributo determinante dei deputati del M5S all’Ars, che in settimana hanno messo a disposizione 30 mila euro per sottoscrivere il contratto, più 2.400 euro per le spese notarili. Il resto, 16 mila euro, lo ha messo la famiglia Guarascio: si tratta della somma che era rimasta dalla raccolta in favore della famiglia innescata dalla trasmissione Servizio pubblico.
A raccontare l’operazione ai giornalisti c’erano oggi davanti alla casa dei Guarascio i deputati regionali del M5S (Giancarlo Cancelleri, Sergio Tancredi, Salvatore Siragusa, Angela Foti, Vanessa Ferreri, Francesco Cappello e Matteo Mangiacavallo) e i portavoce nazionali Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Presenti i familiari del muratore morto e numerosissimi cittadini
Dal palco si sono alternati Antonio Guarascio, figlio del muratore morto (che ha ringraziato il M5S per aver presentato un ddl che “se fosse stato legge mio padre sarebbe ancora qua”) , don Vincenzo Sansone (che ha lamentato l’isolamento della famiglia, nonostante lui stesso avesse contattato i più alti vertici delle istituzioni), Vanessa Ferreri (che ha focalizzato la necessità di sbloccare una legge che nasce proprio a Vittoria per evitare nuovi casi Guarascio) e poi Cancelleri, Di Maio e Di Battista.
“L’ operazione del Movimento – ha detto Cancelleri – è a fortissima valenza simbolica, un gesto forte per accendere potenti riflettori sul problema pignoramenti, che sta devastando migliaia di famiglie e per cercare di sbloccare la legge voto, fortemente voluta dal M5S (prima firmataria è Vanessa Ferreri), che mira a mettere al sicuro non solo la prima casa, ma anche i beni mobili ed immobili strumentali all’esercizio di impresa. La legge voto è stata approvata all’unanimità dall’Ars il 22 ottobre del 2014, ma sì è impantanata a Roma, dove ha fatto pochissima strada. E’ ora che metta il turbo. Da qui parte la sfida al Pd. Al Pd diciamo: noi abbiamo salvato una famiglia, voi salvate tutte le altre”.