L’emendamento regolamenta le opere di manutenzione straordinaria nelle aree industriali ex Asi. La deputata: “Non vogliamo essere immobilisti, chiediamo solo una programmazione trasparente, di cui, al momento, non c’è traccia”
Ulteriori tutele nell’ottica di una pianificazione organica della città di Messina. Approvato, nell’ambito del ddl stralcio in discussione all’Ars, un emendamento del M5S (prima firma Valentina Zafarana) che rende possibile effettuare la manutenzione straordinaria degli immobili industriali nelle aree ex Asi Zir (Zona industriale regionale) e Zis (Zona industriale statale) e che, al contempo. impedisce la trasformazione degli stessi in attività commerciali, così come previsto dal vecchio PRG ASI, scaduto nel 2012.
Le vecchie regole, infatti, avrebbero potuto consentire la nascita non pianificata di nuovi centri commerciali, rendendo di fatto completamente impossibile una programmazione seria ed efficace di un’area così importante della città.
“Lungi da noi voler essere “immobilisti” – spiega Valentina Zafarana – ma qualsiasi tipo di operazione che preveda modifiche sostanziali dell’area, deve essere portata avanti tramite una programmazione trasparente, limpida e partecipata, di cui al momento non c’è alcuna traccia”.
“Dal 2012 – continua la deputata – attendiamo che il comune di Messina rediga il famoso piano integrato di recupero urbano, tramite il quale dovrebbe decidere cosa fare di quelle aree, definendone la destinazione. Già all’epoca sollecitammo l’assessore De Cola, che ci rispose che i sessanta giorni previsti dalla legge per la redazione e l’adozione del piano erano pochi; anche quattro anni lo sono?”.
“Come si può pensare – si chiede Zafarana – di programmare lo sviluppo di determinate aree se all’interno delle stesse la situazione può cambiare rapidamente e in modo totalmente non controllato dal Comune, modificando così totalmente gli assetti urbanistici, i flussi di traffico, proprietà e attività presenti?”
“Non accetteremo, di certo – conclude la deputata – alcuna speculazione né autorizzazione in bianco. Il Comune decida, prenda posizione e non si faccia mettere da parte dalla politica regionale; definisca i parametri urbanistici e la destinazione di queste ormai pregiatissime aree, per liberarle finalmente dal limbo cui sono state costrette negli ultimi anni”.