Il soprintendente Gueli conferma che agli atti non risultavano i progetti esecutivi, i quali, in effetti, furono trasmessi dal dipartimento solo nel febbraio del 2016, nonostante l’ultimazione dei lavori risalga al dicembre del 2015.
È stata discussa ieri, mercoledì 20 luglio, in V Commissione all’Ars, la vicenda relativa alla “scala della vergogna” di Morgantina, a seguito dell’interpellanza presentata dai deputati regionali del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana e Matteo Mangiacavallo, lo scorso 5 aprile.
Sentito il parere dell’archeologo Fabrizio Trentacoste, in sostituzione dell’archeologa Serena Raffiotta che aveva sollevato sui media la questione della realizzazione di una scala metallica all’interno del Parco archeologico di Morgantina. “Ciò che ha causato la contrarietà della comunità di archeologi locale – spiega Trentacoste – è il fatto che la scala abbia un forte impatto estetico sull’ambiente circostante, alterando la percezione del paesaggio storico-archeologico di Morgantina, anche perchè ubicata in uno dei punti più suggestivi e visibili dell’intera area”. L’archeologo ha anche evidenziato che la fruibilità e la sicurezza del percorso che dall’Agorà conduce alla sommità della collina est, punto di arrivo di questa scala, si sarebbero potuti assicurare attraverso il miglioramento e la manutenzione dei percorsi già esistenti, “attualmente pericolosi – afferma Trentacoste – proprio perché trascurati e non mantenuti da anni”.
Di diverso avviso il Dirigente generale del Dipartimento regionale dei Beni culturali, il dott. Gaetano Pennino, il quale ha continuato a sostenere la validità del progetto nella sua interezza, sia dal punto di vista della sicurezza che sotto l’aspetto estetico, non reputando la struttura in ferro un elemento deturpante, tanto da sospendere e poi revocare l’ordinanza di demolizione emessa il 29 gennaio 2016 dal Soprintendente di Enna, l’Arch. Salvatore Gueli. Quest’ultimo, infatti, aveva ritenuto la realizzazione della scala non conforme al progetto originario approvato dalla Soprintendenza, perché, come ha spiegato in audizione, pare che agli atti non risultassero i progetti esecutivi, i quali, in effetti, furono trasmessi solo nel febbraio del 2016, nonostante l’ultimazione dei lavori risalga al dicembre del 2015.
“Non sono stati, tuttavia, chiariti i dubbi su tale regolarità procedurale – affermano i deputati a Palazzo dei Normanni Zafarana e Mangiacavallo – ed in particolare su eventuali variazioni del progetto iniziale, che non sarebbero state corredate dall’autorizzazione della Soprintendenza di Enna”. Adesso la deputazione Cinquestelle attende la relazione comprensiva degli atti progettuali che il dott. Pennino si è impegnato a consegnare alla commissione parlamentare. Il punto della situazione sarà, quindi, fatto a seguito dell’esame della relazione stessa. “Vogliamo vederci chiaro”, concludono i due parlamentari.