I deputati Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino contestano la variante urbanistica approvata dal Consiglio Comunale di Partinico. “L’area accoglie numerose imprese agricole e attività ricettive incompatibili con la ‘vocazione prettamente industriale’ richiamata nella delibera consiliare. Vanno tutelate le imprese già esistenti”
“Non siamo assolutamente soddisfatti della risposta che la Regione Siciliana ha fornito oggi all’audizione di Commissione Ambiente e Territorio che abbiamo voluto organizzare chiamando in causa gli attori principali coinvolti nella delocalizzazione della distilleria Bertolino di Partinico. Una risposta assolutamente sconclusionata”.
A dichiararlo è la deputata M5S all’Ars Valentina Palmeri a margine dell’audizione tenutasi martedì 21 dicembre e che vedeva convocato il sindaco del comune di Partinico (PA) in merito al progetto di una diversa ubicazione della distilleria Bertolino S.p.A. in un’area a confine tra Alcamo e Balestrate. Al termine della Commissione, i deputati M5S Valentina Palmeri e Giampiero Trizzino hanno palesato quanto discusso incontrando la stampa insieme al professore Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente presso l’Università degli Studi di Palermo.
“Non siamo contrari alla delocalizzazione della distilleria Bertolino dal territorio di Partinico – sottolinea Valentina Palmeri – ma alle modalità adottate. Nello specifico, contestiamo la decisione presa dal Consiglio comunale di Partinico che ha approvato la variante urbanistica propedeutica al trasferimento della distilleria da viale dei Platani alla contrada Bosco Falconara. La delocalizzazione dell’industria Bertolino e l’approvazione della variante urbanistica sono frutto di un protocollo d’intesa siglato tra il comune di Partinico e l’industria Bertolino il 09 aprile 2013, finalizzato a ‘superare gli effetti ambientali e i danni sanitari ai cittadini di Partinico’. L’Architetto Giglione, responsabile del Dipartimento Urbanistica – racconta Valentina Palmeri – ha risposto alle nostre numerose obiezioni sottolineando che per lui è tutto nella norma, che per il momento, tutte le procedure e le valutazioni ambientali del caso, saranno demandate ad una fase successiva in cui ci sarà un progetto definitivo al momento mancante. Il sindaco da parte sua ha ribadito la sua completa autonomia decisionale sulla pianificazione urbanistica del suo territorio anche a discapito di aziende che a loro rischio e pericolo hanno deciso di investire in un territorio destinato a divenire industriale. La nuova distilleria dovrebbe sorgere quindi in un’area che è negli anni diventata un fiore all’occhiello per l’imprenditoria agricola e ricettiva che rischia quindi di essere dispersa per meri interessi personali”.
Inoltre il nuovo impianto, ad avviso del M5S, potrebbe aprire la strada realizzazione di un inceneritore. “Il nuovo impianto che si andrebbe a far nascere – sostiene la parlamentare – sarebbe un impianto di distillazione combinato con uno di produzione di energia elettrica, attraverso la combustione delle vinacce e degli scarti di produzione (biomasse), impianto che, secondo le paure di molti, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio termovalorizzatore, bruciando anche rifiuti organici domestici”. Il deputato Giampiero Trizzino, punta invece il dito sulla Valutazione Ambientale Strategica da parte della Regione Siciliana.
“Lo strumento Vas (Valutazione ambientale di sicurezza) è stato disatteso e l’assessorato Territorio e Ambiente ed ha dato esito negativo allo screening, attività per verificare se ci sono le possibilità di fare impianto”. Sottolinea la eventuale pericolosità dell’impianto il docente universitario Aurelio Angelini: “Siamo di fronte a un impianto a rischio incidente rilevante – dice. La Regione ha il compito istituzionale di intervenire. Siamo di fronte a una delibera fatta in maniera molto grossolana con una Regione che non si assume le proprie responsabilità”.