I dettagli sono stati forniti dalla deputata acese Foti questa mattina in conferenza stampa.
“Incongruenze nella documentazione cartacea e fattura dei lavori veramente scadente”, così, questa mattina, in conferenza stampa, la deputata del M5S Angela Foti e l’ingegnere Stefano Alì hanno spiegato le anomalie riscontrate nella esecuzione dei lavori e nel progetto di riqualificazione del Porto di Santa Maria la Scala, ad Acireale. Foti e Alì puntano il dito, prima di tutto, contro i metodi approssimativi messi in campo già diverse volte dall’amministrazione retta dal sindaco Barbagallo in tema di riqualificazione di luoghi pubblici, e insistono affinché il Comune si impegni a richiamare la ditta esecutrice, ‘invitandola’ quindi a completare tutti i lavori e a sistemare le criticità registrate.
“Abbiamo riscontrato molte inesattezze e incongruenze, – dice Angela Foti – e le problematiche riguardano i tempi burocratici dilatati, l’esecuzione con notevoli modifiche rispetto al progetto finanziato, la progettazione inadeguata al livello esecutivo, l’esecuzione dei lavori portata avanti superficialmente e senza adeguata sorveglianza”.
Come, ad esempio, nel caso del simbolo del Porto, ribattezzato dai Cinquestelle “il simbolo dell’approssimazione”. Infatti, insieme alla riqualificazione del molo, si è voluto recuperare un vecchio manufatto in pietra lavica che serviva per la colorazione delle reti. In fase progettuale si è data molta enfasi alla valenza simbolica di questo manufatto elevandolo proprio a simbolo della marineria di Santa Maria la Scala. “E però, – sostiene Foti – i lavori di restauro sono stati alquanto superficiali e il risultato è stato scadente da tutti i punti di vista; con la conseguenza che il manufatto è sì diventato un simbolo, ma non certo del molo, quanto dell’approssimazione nello svolgimento dei lavori e dello spreco di risorse. Il suo pessimo restauro è infatti costato circa 5 mila euro al lordo del ribasso d’asta”.
“E ancora, – continua la portavoce del M5S – la scelta alquanto discutibile di sostituire la pavimentazione in basolato lavico e il rivestimento in mattonelle di pietra lavica del muro con semplice cemento stampato, che a distanza di soli dieci mesi presenta già delle criticità molto evidenti”. “Sempre in riferimento al basolato e al rivestimento del muro in pietra lavica, – aggiunge – c’è da segnalare uno spreco di risorse in piena regola, e infatti, si è dapprima proceduto alla rimozione del basolato e delle mattonelle in pietra lavica, pensando ad una ricollocazione, spendendo circa 1800 euro; ma successivamente, solo una piccola parte di quello che era stato rimosso è stato ricollocato, facendo così lievitare i costi, visto che si sarebbe potuto procedere alla semplice demolizione e successivo conferimento in discarica, con costi decisamente inferiori”.
“I due casi citati – conclude Angela Foti – sono solo alcune delle anomalie denunciate nella relazione”. Il documento integrale, pubblicato già ad inizio novembre scorso sul portale dei Cinquestelle di Acireale, è visionabile al seguente link: http://www.acireale5stelle.it/porto-di-santa-maria-la-scala-la-nostra-relazione-ancora-una-volta-sprechi-e-lavori-approssimativi/.