Il presidente del gruppo parlamentare all’Ars Cancelleri: “I documenti presenti nel sito dell’ente testimoniano che il segretario generale della Regione ha omesso di segnalare le indagini a suo carico da parte della Procura per abuso d’ufficio e peculato, di cui non poteva non sapere. Se è vero si adottino i provvedimenti consequenziali”.
Una nuova bufera potrebbe abbattersi su Crocetta. Il numero uno della sua burocrazia alla Regione, il segretario generale di palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso, ha prodotto una dichiarazione sostitutiva con attestazioni presumibilmente false all’Irfis, ente nel quale occupa la poltrona di vicepresidente.
“La prudenza – afferma il deputato all’Ars Giancarlo Cancelleri – in questi casi è sempre d’obbligo, ma l’evidenza dei fatti è tale che i dubbi sono ridotti veramente al lumicino. In ogni caso abbiamo scritto a Crocetta e alla Procura della Repubblica perché si faccia la necessaria chiarezza e, eventualmente, si adottino i provvedimenti del caso”.
La Monterosso, stando a quanto appurato dal M5S, sarebbe inciampata ancora nella vicenda extrabudget della Formazione professionale, una storia che le ha già procurato una condanna definitiva della Corte dei Conti ad un maxi risarcimento da quasi 1,3 milioni di euro e che la vede a processo con un’accusa per peculato per 11 milioni di euro.
“Il segretario generale – racconta Cancelleri – il 12 dicembre del 2016 ha omesso di segnalare, nella dichiarazione sostitutiva prodotta all’Irfis, le indagini a suo carico da parte della Procura per abuso d’ufficio e peculato, di cui non poteva non sapere. Ha scritto infatti, come è possibile verificare consultando la documentazione presente nel sito del’Ente, di non aver nessun procedimento penale in corso, quando era già imputata, come la stampa ha riportato con grande evidenza. La stessa Monterosso, lo ribadisco, non poteva non sapere, infatti era stata già interrogata dal magistrato ben prima della data in cui ha firmato la dichiarazione all’Irfis”.
Per segnalare la vicenda il M5S ha scritto anche al presidente dell’Irfis e all’organo di vigilanza di questo Ente, che stigmatizza nel codice etico di cui si è dotato nel 2015 le condotte non proprio ortodosse dei propri dipendenti e dei soggetti posti in posizione apicale, rimarcando che “la crescente necessità di correttezza negli affari… impone anche a questo istituto di inviare un chiaro messaggio in tal senso a tutti i soggetti che lo compongono…”.
“Se i fatti dovessero darci ragione – afferma Cancelleri – ci troveremmo di fronte ad un nuovo episodio di una gravità estrema, che potrebbe aprire nei confronti della Monterosso un nuovo procedimento giudiziario portandola perfino all’interdizione dai pubblici uffici, come previsto dal Dpr 445 del 2000. In ogni caso, Crocetta difficilmente potrebbe ignorare la vicenda, come ha fatto finora per le precedenti, pesanti, disavventure giudiziarie della dirigente, complice il colpevole ed imbarazzante silenzio di maggioranza ed opposizione”.