La deputata regionale Jose Marano: “La politica ha sia la possibilità che il dovere di fermare le piattaforme. Ci sono palesi violazioni di direttive europee”.
“La politica ha sia la possibilità che il dovere di fermare le piattaforme per la ricerca di idrocarburi che la società Enimed vorrebbe attivare nella valle del Simeto, per il semplice fatto che quell’impianto viola palesemente diverse direttive europee per le quali poi a pagare saranno sempre i cittadini”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Jose Marano, prima firmataria di un’interrogazione urgente del gruppo M5S al presidente della Regione Nello Musumeci per chiedere di stoppare la ricerca di idrorcarburi Valle del Simeto riavviati a causa del decreto Sblocca Italia.
“Andare a distruggere un territorio dalla incredibile bellezza paesaggistica, biodiversità e ricchezza naturale è una follia – spiega la deputata Jose Marano – è oltre che immorale, anche e soprattutto pericoloso. Le recenti trasformazioni urbane hanno infatti indotto sul fiume ulteriori elementi di degrado a causa del loro impatto sulle risorse idriche nonché una sovrapproduzione di reflui inquinanti derivanti dall’inadeguatezza degli impianti di depurazione. La crescita dei reflui e dei rifiuti solidi peraltro, non ha ancora trovato adeguati strumenti di gestione e di smaltimento provocando sul fiume ulteriori fattori di impoverimento ed inquinamento con presenza anche di rifiuti tossici. Il crescente consumo del suolo e le cementificazioni del territorio hanno portato ad un aumento del rischio idrogeologico e alla perdita di ecosistemi naturali. L’insediamento Enimed inoltre violerebbe diverse direttive europee, tra le quali quella che si occupa di regolamentare il mantenere della portata minima ed il miglioramento della qualità dell’intero sistema idrico (Direttiva 2000/60CE: Water Framework); quella che regola la conservazione e ripristino delle biogenesi autoctone con particolare riferimento ai sistemi igrofili (Direttiva 79/409/ECC), quella sulla prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico ( Direttiva 2007/60/CE). Alla luce di tali violazioni – conclude Marano – vorremmo sapere dal presidente Musumeci, quali sono le iniziative che intende mettere in campo per salvaguardare questo territorio”.