A lanciare l’allarme il deputato regionale Luigi Sunseri e l’europarlamentare Ignazio Corrao: “A fine 2018 rischio disimpegno automatico. Grandi opere RFI in stallo, tra queste anche l’Anello Ferroviario di Palermo e la Tratta A del nodo ferroviario”.
Palermo 19 gennaio 2018 – “L’audizione con il dirigente generale alla programmazione Vincenzo Falgares non solo conferma il quadro assolutamente preoccupante sulla spesa certificata di fondi europei in Sicilia ma pone un ulteriore campanello d’allarme: c’è un gravissimo ritardo sui grandi progetti infrastrutturali che fanno capo a Rete Ferroviaria Italiana, tra questi ci sono il raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono, l’Anello ferroviario di Palermo e la Tratta A del nodo ferroviario di Palermo”. A lanciare l’allarme sono il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri insieme all’europarlamentare Ignazio Corrao.
“L’audizione, con Falgares – spiegano Sunseri e Corrao – conferma i dati preoccupanti di spesa certificata, fermi a inizio 2018 a soli 8,3 milioni su 4,3 miliardi disponibili per il PO FESR 2014-2020. Un dato disastroso, all’inizio di un anno decisivo. Falgares ha ammesso le difficoltà di arrivare a raggiungere il target intermedio fissato al 31 dicembre 2018, in cui la Sicilia dovrà aver certificato la spesa di 700 milioni di euro per avere la riserva di efficacia e per evitare il disimpegno automatico”.
Se emergono criticità sul fronte delle infrastrutture, non va meglio su quello dei rifiuti. “Il quadro è catastrofico – aggiungono Sunseri e Corrao – in questo settore, i fondi UE previsti dal PO- FESR 14-20 per raccolta differenziata, compostaggio, impianti di trattamento sono bloccati per la mancanza del Piano regionale Rifiuti, che rappresentava una delle condizionalità ex ante cruciale per l’accesso ai fondi. Falgares conferma anche l’estremo ritardo con cui è stato attivato uno strumento tanto importante per gli enti locali come il fondo di rotazione per la progettazione e accoglie la nostra proposta di rivedere la proliferazione dei bandi a sportello in favore delle imprese che fanno dipendere il futuro delle imprese siciliane dalla velocità di un click e non dalla bontà del progetto e la sua capacità di produrre posti di lavoro”.
Un altro dato sconfortante è che la Sicilia è ancora indietro nell’accesso dei fondi diretti, strumenti stra-utilizzati in tutta Europa ma praticamente sconosciuti in Sicilia. “Non c’è alcuna intenzione e consapevolezza di puntare su questo enorme bacino di fondi UE – sottolineano il deputato regionale e l’esponente M5S a Bruxelles – la nostra proposta è quella di una task force focalizzata sulle opportunità dei programmi diretti dell’Unione Europea come Horizon, Life, Creative Europe, ma dall’audizione apprendiamo che siamo ancora in una fase di ‘accompagnamento e di conoscenza’, lontani anni luce dalla concreta presentazione di progetti a valere sui programmi diretti” concludono.
Dato positivo è invece la presenza del POC Sicilia 2014-2020 che sta per partire, che prevede 1,3 miliardi di euro per le imprese, dissesto idrogeologico, interventi infrastrutturali.