Approvato emendamento A.De Luca su contrasto a massoneria deviata
“Bene le modifiche alla legge regionale che istituisce la commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia, ma adesso serve un ulteriore sforzo: bisogna introdurre l’educazione alla cittadinanza attiva contro la mafia e i poteri occulti”. Lo dicono i deputati del M5S all’Ars, dopo l’ok dell’aula alle modifiche alla legge regionale 14 gennaio 1991, che istituisce la commissione Parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia. Al testo di legge approvato dall’aula, il M5S ha presentato un emendamento, primo firmatario Antonio De Luca, che prevede di “promuovere e realizzare, anche in coordinamento con la commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere e con esponenti della società civile ogni altra iniziativa volta alla formazione e alla diffusione di una cultura di contrasto e di superamento di fenomeni mafiosi, di massoneria deviata, di corruzione e di collusione politica-mafiosa in Sicilia”.
“In risposta alle sollecitazioni del mondo della scuola e dando seguito alla volontà dimostrata di affrontare in modo sistemico la lotta alla mafia – aggiunge la deputata regionale e prima firmataria del disegno di legge, Gianina Ciancio – il Parlamento adesso si faccia promotore di iniziative concrete e accolga la proposta di legge già depositata in commissione Cultura che mira a introdurre per la prima volta nelle scuole siciliane, una nuova materia: l’Educazione alla cittadinanza attiva contro le mafie e i poteri occulti”. Il ddl, presentato nella scorsa legislativo e arenatosi in Commissione, prevede l’insegnamento della nuova materia per una durata non inferiore a due ore settimanali e riempirebbe parte dei vuoti della quota oraria della dotazione scolastica riservata dalle leggi nazionali alle regioni e da queste, finora, largamente inutilizzata. “Solo infondendo – conclude Ciancio – una forte coscienza democratica nelle nuove generazioni potremo contribuire a estirpare, realmente e attraverso un percorso culturale, il cancro della mentalità mafiosa, troppo spesso delegato alle attività degli organi inquirenti e delle commissioni parlamentari di inchiesta”.