La deputata Ars Valentina Palmeri: “Troppi enti che spesso non comunicano neanche tra loro ma che fanno comodo alla politica. Musumeci rilanci l’Esa e razionalizzi uomini e risorse”.
“Chi vuol fare impresa nel settore agricolo in Sicilia è costretto letteralmente a perdere il senno. Tra i mille primati che questa regione può vantare a livello nazionale, c’è quello assolutamente negativo della miriade di enti che si occupano del settore agricolo. Il Governo Musumeci provveda al efficientamento e al coordinamento degli enti regionali di questo settore”.
A chiederlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle all’Ars Valentina Palmeri che ha depositato una mozione che impegna il governo regionale ad intervenire per coordinare tutti gli enti che si occupano di agricoltura.
“Sono circa 30 gli enti, istituti e consorzi che si occupano di agricoltura e relativi servizi – spiega Palmeri – che spesso non sanno quello che fanno e creano un dedalo di burocrazia che soffoca tutte le aziende. Una situazione che garantisce però un piatto ricco per le maggioranze regionali di turno dato che ogni nuovo governo ha facoltà di nominare nuovi presidenti, consigli di amministrazione e tanti posti di sottogoverno. In quest’ottica, non si capisce l’esclusivo interesse per la soppressione dell’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA), visto che ad oggi è l’unico che potrebbe svolgere compiti di Assistenza Tecnica in Agricoltura e di coordinamento sul territorio dei ruoli degli altri Enti ed Istituzioni. Sarebbe quindi auspicabile un potenziamento, una ottimizzazione delle esperienze, potenzialità, professionalità e conoscenza del territorio degli operatori dell’ESA, per rilanciare, rivedere e riprogrammare l’intero comparto agricolo siciliano. Per tali ragioni ho depositato una mozione che impegna il governo Musumeci ad attivare tutte le iniziative politiche ed amministrative necessarie ad una reale riforma del settore agricolo, dei suoi servizi, della ricerca, anche in sinergia con quella universitaria. Tale riforma deve avvenire nell’ottica di una riduzione della spesa pubblica e di una maggiore efficienza, coordinamento e programmazione delle funzioni dell’intero comparto agricolo e delle competenze già acquisite sul campo, con l’obiettivo – conclude Palmeri – di creare un’unica agenzia per le innovazioni, la promozione e la ricerca nel settore agroalimentare”.