Il gruppo M5S all’Ars ottiene dalla commissione presieduta da Fava l’audizione del sindaco Antonio Bevilacqua. “Quel territorio non sia una zona franca per la criminalità”
“Tra Pietraperzia e Barrafranca nell’Ennese ci sono troppi segnali allarmanti, tra intimidazioni e atti criminosi a danno delle forze dell’ordine e delle istituzioni. Serve un segnale forte di presenza dello Stato. Questo territorio non sia una zona franca per la criminalità. Insieme a tutta la deputazione M5S ci attiveremo immediatamente per chiedere e ottenere dai competenti ministeri il potenziamento del personale di pubblica sicurezza attualmente presente sul territorio”.
A dichiararlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars Antonio De Luca e Roberta Schillaci, a margine della commissione Antimafia all’Ars cui ha partecipato il sindaco di Pietraperzia Antonio Bevilacqua che da mesi lancia allarme su possibili infiltrazioni di criminalità organizzata in quel territorio. Ad invocare la necessità di ascoltare le preoccupazioni del primo cittadino del comune ennese, è stata la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Elena Pagana.
“A Pietraperzia – spiega Pagana – abbiamo assistito nell’ordine a spari all’auto del comandante della stazione dei carabinieri a dicembre 2015, all’incendio dei due portoni d’ingresso della casa dei genitori del sindaco Antonio Bevilacqua nell’aprile 2016 e ancora a un attentato incendiario alla casa dei suoceri sempre del sindaco Bevilacqua. In mezzo, c’è l’omicidio a colpi d’arma da fuoco di un commerciante nelle campagne di Barrafranca a luglio 2017. La situazione non è certamente delle più rassicuranti. Serve un intervento deciso dello Stato”.
Il sindaco Bevilacqua nel frattempo ha chiesto un incontro con il nuovo prefetto di Enna Maria Antonietta Cerniglia.
“Al prefetto chiederemo una maggiore presenza di forze dell’ordine – spiega il primo cittadino di Pietraperzia – così non possiamo lavorare serenamente. La sensazione è che nella nostra zona, per la criminalità si possa agire in maniera indisturbata. Ora sino a quando c’è da prendere schiaffi, li prendiamo, ma la non possiamo permettere che la nostra cittadinanza, le istituzioni e il sostrato imprenditoriale possano ricevere intimidazioni ancora più pesanti”.