Fiammetta Borsellino, figlia del giudice ucciso 26 anni fa in via D’Amelio, è stata ascoltata oggi dalla Commissione regionale antimafia siciliana alla presenza dei due esponenti del M5S Roberta Schillaci e Antonio De Luca.
“Mi ha sorpreso – dice Schillaci – aver sentito dalla viva voce di Fiammetta Borsellino il fatto che all’indomani della tragica scomparsa del padre, che i suoi presunti amici, hanno fatto perdere le loro tracce. Mi ha colpito la scientifica e programmata superficialità con la quale sono state condotte in questi anni, parti di indagini e il silenzio delle istituzioni verso la famiglia. Silenzio interrotto dalla chiamata della Procura di Caltanissetta, subito dopo l’intervista che la figlia del giudice ha rilasciato al giornalista Sandro Ruotolo. Silenzio che le istituzioni e la politica non possono più permettersi, oggi infatti abbiamo il preciso compito, sia come rappresentanti politici che come componenti della commissione antimafia regionale, di fare luce su una delle pagine più brutte della nostra Repubblica. Dobbiamo restituire pezzi di verità ai tanti siciliani che hanno vissuto sulla propria pelle quegli anni, o che semplicemente – conclude Schillaci – desiderano restituire dignità alle Istituzioni”.
“Trovo sintonia con Fiammetta Borsellino – spiega Antonio De Luca – che nonostante la stanchezza, derivante dall’attesa di una verità che stenta a pervenire, ha trovato la forza di attendere l’esito di questo processo per evidenziare il proprio punto di vista, mantenendo uno stile perfettamente rispondente a quello del padre, attendendo l’accertamento di una seppur parziale verità prima di proferire parola. La politica, soprattutto quella siciliana, ha il dovere di non arretrare nel percorso di ricerca della verità storica e dell’attribuzione delle responsabilità in capo a quei soggetti appartenenti agli apparati statali che non hanno fatto fino in fondo il proprio dovere, o che peggio ancora si sono resi complici – conclude De Luca – di un silenzio assordante”.