“Il pasticcio delle Guide Ambientali escursionistiche, le GAE, il cui destino professionale è stato segnato da una serie di atti disastrosi dell’ex assessore Barbagallo, cui oggi Musumeci prova a rimediare con una serie di pezze, potrebbe oggi trovare una soluzione solo se l’attuale governo regionale vorrà essere capace di tutelare i diritti di tutti gli operatori del settore, anche di quelli che svolgono le libere professioni quali le GAE”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Angela Foti a proposito delle guide ambientali escursionistiche, all’indomani della sentenza del Tar del Piemonte, che ha sancito il principio secondo cui «non esiste alcuna previsione statale di riserva professionale che copra qualsiasi attività escursionistica che si svolga in montagna».
“Una vicenda che ha dell’assurdo – spiega Foti – se si considera che l’allora assessore Barbagallo volle legiferare istituendo di fatto e illegittimamente una nuova professione, in spregio alla competenza esclusiva dello Stato in tema di creazione di nuove professioni, ma che oggi potrebbe trovare una positiva soluzione alla luce anche di una sentenza di un Tar regionale. Ben ha fatto quindi l’attuale assessore Pappalardo a bloccare tutto, ma questo non può bastare. La condizione è che nei successivi provvedimenti che l’assessore dovrà emanare, sia contemplata la tutela dei diritti di tutti gli operatori del settore, anche di quelli che svolgono le libere professioni quali le GAE”. Le GAE, guide ambientali escursionistiche, fanno parte dell’associazione AIGAE, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, ovvero l’associazione di categoria nazionale, iscritta agli elenchi del MI.S.E. (Ministero dello Sviluppo Economico).
“L’Aigae – sottolinea Foti – spinge ancora per la liberalizzazione del settore e l’accantonamento dell’intera legge sulle Guide di media montagna, facendosi forte anche dell’ultima sentenza del Tar del Piemonte, che ha sancito il principio secondo cui «non esiste alcuna previsione statale di riserva professionale che copra qualsiasi attività escursionistica che si svolga in montagna”.
“Il Tar Piemonte – continua la portavoce Ars – accoglie peraltro in titolo le medesime osservazioni che avevo sollevato all’allora governo Crocetta insieme al mio gruppo parlamentare in Ars. Ma allora l’ex assessore al ramo, continuò per quella strada, andando di fatto a sbattere. Niente albi e formazione quindi promossi dalla Regione. La strada che invece il governo Musumeci dovrebbe perseguire, è quella di dare la legittima libertà alle associazioni – conclude la deputata – ai sensi anche delle recenti normative sulle professioni non regolamentate”.