Anche in Sicilia saranno riconosciute le cooperative di comunità. L’Ars ha approvato all’unanimità il ddl sulla promozione, il sostegno, lo sviluppo delle cooperative di comunità nel territorio siciliano, presentato dalla deputata regionale del M5S Angela Foti. La legge si compone di 7 articoli e mira a favorire la coesione, la solidarietà sociale dei territori e in particolare lo sviluppo dei centri urbani di grandi e piccole dimensioni, le comunità locali e montane, a rischio spopolamento e disagio sociale.
“La cooperativa di comunità è un modello innovativo di sviluppo sociale ed economico – afferma Foti, che già nella precedente legislatura aveva presentato un ddl analogo, poi riproposto in quella attuale -. E’ regolata dalle norme del codice civile, ma ha come caratteristica quella di essere composta da soci residenti nei territori nei quali la cooperativa opera,siano essi comuni o aree geografiche con una caratteristica comune, e ha come scopo sociale la valorizzazione dei beni culturali, dei patrimoni naturalistici,delle tradizioni locali e dunque l’identità di luoghi. Si tratta di attività, che spesso non trovano uno sbocco e dunque un mercato di riferimento”.
“Nel resto d’Italia questo strumento normativo e societario esiste già – dice ancora la deputata – con l’approvazione dell’Ars, finalmente sarà possibile anche in Sicilia”. “Questa legge vuole dare uno strumento anche alle comunità montane, che più volte hanno sollecitato l’Ars a dare loro risposte, capaci di sostenere le comunità e dunque le economie locali, che a causa dell’emigrazione e del calo demofrafico negli anni si sono svuotate”. “A Napoli, in un quartiere difficile come quello Sanità, è nata la cooperativa di comunità Paranza, che è riuscita a far tornare a nuova vita le catacombe, per anni lasciate nel degrado – aggiunge Foti – e nell’illegalità più totale. A Triolo, invece, in provincia di Catanzaro, la cooperativa di comunità Scherìa è riuscita a valorizzare alcuni reperti archeologici, coinvolgendo gli abitanti del luogo e i turisti nelle operazioni di scavo”.
“Abbiamo dotato la Sicilia di un modello di sviluppo innovativo – conclude – sono soddisfatta del risultato raggiunto e condiviso anche dalle altre forze politiche”.
“La cooperativa di comunità è un modello innovativo di sviluppo sociale ed economico – afferma Foti, che già nella precedente legislatura aveva presentato un ddl analogo, poi riproposto in quella attuale -. E’ regolata dalle norme del codice civile, ma ha come caratteristica quella di essere composta da soci residenti nei territori nei quali la cooperativa opera,siano essi comuni o aree geografiche con una caratteristica comune, e ha come scopo sociale la valorizzazione dei beni culturali, dei patrimoni naturalistici,delle tradizioni locali e dunque l’identità di luoghi. Si tratta di attività, che spesso non trovano uno sbocco e dunque un mercato di riferimento”.
“Nel resto d’Italia questo strumento normativo e societario esiste già – dice ancora la deputata – con l’approvazione dell’Ars, finalmente sarà possibile anche in Sicilia”. “Questa legge vuole dare uno strumento anche alle comunità montane, che più volte hanno sollecitato l’Ars a dare loro risposte, capaci di sostenere le comunità e dunque le economie locali, che a causa dell’emigrazione e del calo demofrafico negli anni si sono svuotate”. “A Napoli, in un quartiere difficile come quello Sanità, è nata la cooperativa di comunità Paranza, che è riuscita a far tornare a nuova vita le catacombe, per anni lasciate nel degrado – aggiunge Foti – e nell’illegalità più totale. A Triolo, invece, in provincia di Catanzaro, la cooperativa di comunità Scherìa è riuscita a valorizzare alcuni reperti archeologici, coinvolgendo gli abitanti del luogo e i turisti nelle operazioni di scavo”.
“Abbiamo dotato la Sicilia di un modello di sviluppo innovativo – conclude – sono soddisfatta del risultato raggiunto e condiviso anche dalle altre forze politiche”.
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