I deputati 5 stelle: “Inaccettabile il silenzio tombale sulle vicende giudiziarie del presidente della Regione e di tutti i partiti. Così si scava un solco sempre più profondo tra cittadini e istituzioni”.
“Apprendiamo dalla stampa che Micciché avrebbe dato l’ok ad un dibattito sulla questione morale. Bene, speriamo sia l’occasione di sentire la voce del Pd della maggioranza e, in genere, degli afoni di Palazzo dei Normanni e, soprattutto, quella di Musumeci, visto che finora tutti sono mostrati bravissimi a dribblare la questione degli indagati in giunta e il clamoroso caso Savona. Speriamo solo che questo dibattito non venga calendarizzato alle calende greche. Il silenzio che ha regnato finora sulle vicende giudiziarie degli ultimi giorni è inaccettabile. Così si scava un solco sempre più profondo tra cittadini ed istituzioni”.
Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Francesco Cappello. che ieri, assieme agli altri 19 deputati del gruppo, ha depositato la richiesta di una seduta speciale dell’aula ai sensi dell’articolo 11 dello Statuto e dell’articolo 75 del regolamento interno dell’Ars.
“Ieri Musumeci – continua Cappello – ha sparato a palle incatenate sul ministro Toninelli e sul governo nazionale, la cui unica colpa è quella di cercare di risolvere problemi infrastrutturali sui quali anche questo governo sta colpevolmente sonnecchiando, come i precedenti. Comprendiamo il suo nervosismo, le armi di distrazioni di massa sono le ultime a sua disposizione per coprire l’inefficienza amministrativa e le pesantissime beghe giudiziarie del suo esecutivo del nulla. Avere un terzo della giunta indagata non è il massimo della vita, per non parlare degli avvisi di garanzia che hanno colpito la sua maggioranza e, soprattutto, il presidente della commissione Bilancio, che continua a dirigere i lavori sul collegato, la vera manovra finanziaria che dovrà muovere qualcosa come 20 milioni di euro, una cifra notevole in tempi di vacche magre”.
“Ribadiamo – conclude Cappello – che tutti devono essere considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio, ma non sempre ci sono le condizioni per poterli aspettare, specie se si rivestono importanti ruoli amministrativi”.
“A Termini Imerese – afferma il deputato Luigi Sunseri – il sindaco Giunta e il consigliere Galioto, coinvolti nella stessa indagine che ha interessato Cordaro e Aricò – si sono dimessi. Addirittura ha fatto un passo indietro pure il vicepresidente del consiglio comunale, totalmente estraneo alla vicenda. Cordaro resiste, a nostro avviso in maniera inopportuna”.