La deputata Stefania Campo, firmatari del ddl: “Le arance siciliane sono come una miniera preziosa a cielo aperto. In Sicilia c’è già un enorme potenziale di consumatori, dobbiamo cercare di valorizzarlo, parallelamente al potenziamento delle esportazioni, alle quali il governo nazionale sta cercando di dare un contributo grazie al trasporto via aerea in Cina di questi prodotti”.
Incrementare il consumo interno delle arance siciliane. E’ questo il succo, è proprio il caso di dirlo, di un disegno di legge presentato all’Ars dalla deputata 5 stelle Stefania Campo, che, attraverso l’atto parlamentare, cerca di promuovere il consumo in Sicilia delle spremute nelle sedi di tutti gli enti pubblici, sia di lavoro e di ristorazione, che di prestazione di servizi all’utenza, per farli diventare spazi di distribuzione e commercializzazione.
“La Sicilia, con 5 milioni di abitanti – afferma la deputata – ha un enorme potenziale di consumatori, è quasi un dovere per noi cercare di valorizzarlo. Dobbiamo a tutti i costi potenziare il consumo interno di questi eccellenti prodotti, parallelamente al potenziamento delle esportazioni, alle quali il governo nazionale sta cercando di dare un contributo grazie al trasporto via aerea in Cina delle arance siciliane”.
“La politica – spiega Campo – non può di certo sostituirsi al libero mercato, per cui ho ritenuto opportuno utilizzare tutti gli strumenti legislativi regionali, nazionali e comunitari per fare in modo che la Regione Siciliana metta in campo tutta la sua forza per la promozione delle filiere agroalimentari e per avviare una seria valorizzazione dei prodotti e sottoprodotti da agrumi. Il fine principe del ddl è quello di agevolare il consumo di agrumi trasformati, come ad esempio, il succo delle diverse varietà e specie, e di eventuali mix fra loro, comunque sempre al 100 per cento di agrumi provenienti dalle varie zone agrumicole della nostra terra. Per tale ragione un ruolo essenziale dovranno ricoprirlo innanzitutto la spremuta espressa, ottenibile dalle attuali ed innovative macchine spremiagrumi e, subito dopo, anche i succhi freschi ma appositamente confezionati”.
La commercializzazione delle spremute fresche e dei succhi confezionati, contemplata nel ddl, avverrà nelle mense di ristorazione e aree snack ospedaliere, scolastiche e universitarie e presso tutte quelle sedi comunali, regionali e statali, dei tanti e variegati enti pubblici. In queste strutture andranno collocati spreamiagrumi automatici e distributori di succhi.
“I distributori – afferma la deputata – potranno essere posizionati nelle aree di distribuzione con la formula del comodato d’uso gratuito con la Regione che, mediante le idonee procedure, individuerà le aziende fornitrici con le quali stipulare le necessarie convenzioni per la gestione del servizio, della manutenzione e pulizia delle macchine e dell’ assistenza. Particolare attenzione dovrà essere messa in campo, infine, per certificare la corretta ed esclusiva provenienza regionale degli agrumi utilizzati. Insomma, abbiamo un obiettivo: i siciliani, giovani e adulti, devono prendere consapevolezza della ricchezza agricola che la nostra terra riesce ancora a produrre. Dovremmo non solo esserne consapevoli ma diventarne anche i primi consumatori. Sostenere le piccole aziende agricole siciliane significa anche questo: incrementare il consumo dei nostri prodotti a km zero e dire no all’invasione di prodotti anonimi. Le arance sono il simbolo della Sicilia nel mondo non dimentichiamolo”.