Ritardi inammissibili, si attende da 30 anni lo strumento di pianificazione. Incessanti sollecitazioni del Movimento 5 Stelle e oggi l’audizione in commissione Ambiente.
“Il Piano territoriale del Parco dell’Etna potrebbe finalmente vedere la luce entro questa estate”: lo annuncia Gianina Ciancio, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, dopo l’audizione di oggi in commissione Ambiente all’Ars, nella quale è stato fatto il punto sullo strumento di pianificazione dell’area protetta, che è ancora in una situazione di stallo.
“Abbiamo affrontato la questione – riferisce Ciancio – in presenza di tutte le forze politiche, dell’assessore regionale Toto Cordaro, del dirigente del Servizio Via Vas, Fabrizio Cozzo, dei dirigenti del Parco dell’Etna Tiziana Flora Lucchese e Giuseppe Di Paola. Si attende da 30 anni che il Piano territoriale del Parco venga approvato e si tratta di uno strumento indispensabile per la programmazione di tutte le attività all’interno dell’area protetta, da raccordare con i Piani regolatori generali dei Comuni interessati. L’ultimo passaggio risale a febbraio 2018, quando la commissione regionale Via-Vas ricevette il documento sul quale avrebbe dovuto esprimere la valutazione. Da allora è passato un altro anno e mezzo, con ritardi inammissibili e sui quali oggi anche l’assessore Cordaro ha espresso totale disappunto. L’assessore ha inoltre preso l’impegno affinché il Piano territoriale sia varato entro questa estate. Ci auguriamo quindi che non passi altro tempo e continueremo a tenere alta l’attenzione sul tema”.
“Non abbasseremo inoltre la guardia – ricorda poi Ciancio – rispetto all’ipotesi di una riperimetrazione, prevista da un ddl presentato dalla maggioranza, che vorrebbe portare i confini del Parco a quota 1100 metri, sottraendo così alla tutela il 40 per cento del territorio, ovvero tre interi comuni (Giarre, Mascali e S.Maria di Licodia), tre boschi individuati come Sic o Zps (Monte Arso, Bosco di Milo e Lago Gurrida e Sciare di Santa Venera) e riducendo fortemente altre sei zone soggette a tutela. Una proposta che in questi termini riteniamo assolutamente non condivisibile e sulla quale sono emerse perplessità anche di carattere costituzionale, rilevate a fine seduta dalla presidente della commissione Giusy Savarino”.
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