I deputati Di Paola e De Luca: “Non si capisce in cosa consisterà la nuova pagella per la valutazione. Serve un meccanismo equo per premiare quei dipendenti che hanno veramente consentito alla Pubblica amministrazione di fare un salto di qualità”.
“Nonostante le casse della Regione siano sempre vuote, non si fatica a trovare i 48 milioni di euro per premiare dirigenti e funzionari. Da una parte c’è questo immancabile riconoscimento alla produttività, dall’altra ci sono i siciliani che aspettano di vedere realizzate le opere pubbliche e sognano servizi efficienti, che non arrivano mai”.
Commentano così i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola e Antonio De Luca, l’accordo raggiunto tra governo e sindacati per ripartire ai dirigenti della Regione 48 milioni di euro tra premi di rendimento, straordinari e progressioni di carriera.
“Non si capisce – si chiede Di Paola – in cosa consisterà la nuova pagella per la valutazione di dirigenti e funzionari. Quali saranno i criteri? Scommettiamo che avranno tutti un bel dieci? Immaginiamo sia il solito sistema per distribuire risorse a pioggia al personale, trascurando il sostanziale merito. È questo il nuovo processo di valutazione innovativo tanto decantato dall’assessore Grasso e dal presidente Musumeci? Tutti sappiamo quanto lenta e improduttiva sia la macchina burocratica regionale: se la vera valutazione la facessero i siciliani, e non dirigenti e funzionari che giudicano loro stessi, i risultati finali sarebbero molto diversi. Altro che premi”.
“Sarebbe opportuno distinguere – aggiunge De Luca – i compensi aggiuntivi dovuti per legge dai premi aggiuntivi e discrezionali. Questi ultimi andrebbero conferiti solo a quei dirigenti che si sono distinti per aver consentito alla Pubblica amministrazione di fare un salto di qualità, con un apporto di eccellenza e di efficienza, favorendo la semplificazione, la trasparenza e la velocità dei procedimenti. Ci sono dirigenti davvero meritevoli, mentre altri fanno perdere alla Sicilia centinaia di milioni di euro di finanziamenti e non possono essere messi tutti sullo stesso piano. Un meccanismo di premialità davvero equo dovrebbe tenere conto di tutti questi fattori. Ben vengano quindi i premi per i dirigenti meritevoli, ma nell’assegnare loro i premi ricordiamoci che ci sono migliaia di lavoratori che attendono risposte come gli Asu, i precari, i contrattisti e i tanti altri che lavorano alacremente senza che il loro valore venga mai riconosciuto”.
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