La deputata regionale Zafarana presenta un’interrogazione all’Ars: “Il presidente Musumeci e l’assessore Cordaro spieghino come intendono garantire gli standard del servizio e i livelli occupazionali”. Trizzino e Di Paola: “Proprio a Messina e Caltanissetta servono verifiche ambientali per la presenza dei Sin”.
Sulla riorganizzazione delle strutture provinciali dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Valentina Zafarana, ha presentato un’interrogazione all’Ars, rivolta al presidente della Regione Musumeci e all’assessore regionale per il Territorio e l’Ambiente, Cordaro, nella quale chiede dettagliati chiarimenti rispetto alla soppressione di cinque dei nove laboratori dell’Agenzia e alla ridistribuzione delle competenze e del personale.
“Parto dal caso, a titolo di esempio, della struttura di Messina – spiega Zafarana – dove il laboratorio era l’unico pubblico per analisi ambientali presente su tutto il territorio della città metropolitana. Un territorio molto esteso, con i suoi 250 chilometri di costa, ed articolato, con la presenza di 108 Comuni, 3 Procure della Repubblica e un polo industriale, quello del comprensorio del Mela, per il quale è stato istituito un Sito di interesse nazionale per le bonifiche e considerato Area ad elevato rischio di crisi ambientale. Tutte caratteristiche che sicuramente aggravano le attività di controllo e monitoraggio istituzionale di Arpa per il numero elevato di campioni sui quali svolgere l’attività analitica. Già sarebbe grave la sola soppressione della struttura di Messina, mentre la Regione con la nuova organizzazione ha deciso lasciare solo quattro strutture per tutta la Sicilia: Palermo, Siracusa, Ragusa e Catania”.
“È evidente – aggiunge Zafarana – che la compressione in soli quattro laboratori della mole di lavoro che attualmente risulta divisa sui laboratori delle nove strutture provinciali, graverà l’intero processo anche col trasporto dei campioni dal luogo di raccolta al laboratorio di analisi e comporterà presumibilmente una serie di disservizi. Non si può sottovalutare inoltre l’aspetto occupazionale: all’interno dei laboratori operano professionisti in qualità, come chimici, biologi, tecnici di laboratorio, periti, le cui professionalità devono essere salvaguardate. Chiediamo quindi al governo come intenda mantenere gli standard qualitativi attuali, se non addirittura come voglia migliorarli, e come intenda garantire la continuità occupazionale, nel rispetto delle professionalità presenti e acquisite”.
“La questione sollevata dalla collega – si uniscono i deputati regionali Giampiero Trizzino e Nuccio Di Paola – non è un caso isolato: è un fatto noto che l’Agenzia per l’ambiente in Sicilia è sotto organico di circa due terzi del personale. Da tempo, ormai, sia il Parlamento che il Governo hanno avviato manovre per colmare questo deficit. Tra queste ricordiamo la norma che aggancia la spesa per il personale Arpa al fondo sanitario nazionale, che da la possibilità di procedere a nuovi reclutamenti. Alla luce di questo rinnovato orientamento, non si capisce il motivo per il quale, oggi, si segua una scelta come quella messa in atto nella provincia di Messina e nel Nisseno, notoriamente contraddistinte, invece, dalla necessità di verifiche ambientali incisive e puntuali, soprattutto per la presenza dei Sin (Siti di interesse nazionale). I controlli sul territorio e la conoscenza delle matrici inquinanti sono la base per una buona politica ambientale”, concludono.
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