Il deputato regionale spiega la legge approvata ieri all’Ars, di cui è primo firmatario
“Il sistema Simage è una conquista per i cittadini. La salute di chi vive nelle aree industriali sarà più tutelata, grazie a una rete integrata e rafforzata per il controllo dell’inquinamento ambientale”. Lo dice il deputato regionale Giorgio Pasqua, del Movimento 5 Stelle, promotore della legge approvata ieri all’Ars (abbinata al ddl Calderone e condivisa tra le varie forze politiche) e grazie alla quale sarà potenziato e integrato un sistema con tutti i sensori e le centraline per il monitoraggio ambientale nelle grandi aree industriali, come Priolo-Augusta-Melilli, Milazzo, Gela.
“La legge è stata accolta con soddisfazione sui territori – dice Pasqua – dove i cittadini scontano sulla propria pelle gli effetti dell’inquinamento. Secondo l’ultimo rapporto Sentieri, a Priolo, per esempio, si registra un eccesso di leucemie in età pediatrica, rispetto alla media nazionale, o di malformazioni congenite del sistema nervoso, o di malattie a carico dell’apparato respiratorio e del sistema cardiocircolatorio. A Milazzo si registra un eccesso di tumori dello stomaco e del polmone nelle donne. L’inquinamento ambientale è un fattore determinante e poterlo monitorare può essere decisivo nella prevenzione”.
“I cittadini subiscono quasi tutti i giorni molestie olfattive di origine industriale – prosegue Pasqua – e non sanno a cosa esse siano dovute. Attualmente, non si riesce a determinare rapidamente l’origine della sostanza inquinante. A Priolo, una centralina accanto a un asilo, ad esempio, ha rilevato quantità di arsenico, ma dell’inquinante si è saputo solo a distanza di un anno. Con il sistema Simage, si potrà stabilire in tempo reale la sostanza inquinante e la sua origine, perché verrà rafforzata e interconnessa la rete di sensori, pubblici e privati, dislocati nel territorio e nei singoli camini industriali. I dati arriveranno alla sala operativa dell’Arpa che potrà agire di conseguenza”.
“La legge, inoltre, inasprisce sanzioni per chi inquina – aggiunge Pasqua – e introduce sanzioni per chi non trasmette i dati (fino a 300mila euro o addirittura la revoca delle concessioni). A incassarle saranno i Comuni, che beneficeranno così di un risarcimento per i danni subiti dai propri territori”.
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