“Non c’è niente fare, le manovre con coperture molto incerte, stanno divenendo il marchio di fabbrica del governo Musumeci. Era accaduto con la cosiddetta Finanziaria di guerra, incentrata sulla rimodulazione dei fondi europei, si sta riproponendo ora con il ddl sulle variazioni di bilancio, costruito con una clausola di salvaguardia che si basa non su una norma, ma su una proposta di norma, l’articolo 7 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, numero 158, attualmente all’esame del consiglio dei ministri. Mi pare un modo di legiferare veramente folle”.
Lo afferma il deputato M5S Luigi Sunseri, componente della commissione Bilancio dell’Ars, in relazione alle somme che dovranno essere messe in campo per il ddl sulle variazioni di bilancio, approvato ieri a sala d’Ercole con il voto contrario del M5S.“Se dovesse crollare il pilastro dell’ok di Roma – continua Sunseri – con le somme dell’articolo 111 del dl 34 potremo coprire solo le spese obbligatorie che non possiamo coprire per mancate entrate dovute al Covid, non finanziare nuova spesa”.
Sottolinea l’anomala copertura del ddl anche l’altro deputato 5stelle della commissione Bilancio, Nuccio Di Paola.“In meno di 24 ore – dice il deputato – dall’ok in commissione Bilancio all’arrivo oggi in aula, abbiamo visto ridurre il fondo conteziosi di ben 12 milioni di euro, passato da meno 50 milioni a meno 62. E questo a riprova delle coperture ballerine previste dal governo. Non è ammissibile che si saccheggi il fondo in questo modo, e ciò è dovuto anche alla mancanza della banca dati sui contenziosi che ci chiede da tempo la Corte dei Conti, su cui il governo continua a dormire”.
“La cosa assurda – continua Di Paola – è che a Siciiacque andranno 2,5 milioni di euro che non arrivano dal fondo contenziosi”.
“Sulla questione Siciliacque, la società che gestisce il cosiddetto ‘sovrambito idrico’ regionale le cui quote sono detenute dalla Regione Siciliana interviene il deputato Giovanni Di Caro. “Il paradosso – afferma Di Caro – è che la società, che nel frattempo ha quasi raddoppiato lo stipendio ai propri dirigenti, ha un contenzioso per diversi milioni con la stessa Regione che gestisce alcune quote. Nel frattempo Sicilacque continua a vendere l’acqua agli enti gestori, compreso l’ex Girgenti Acque, al prezzo più caro d’Italia”.