“I cittadini di Termini Imerese non possono vedersi scippare un simbolo identitario e culturale, qual è il Grand Hotel delle Terme. Mentre il Comune di Termini Imerese ha, nel corso degli anni, versato ben 26 miliardi delle vecchie lire per un contenzioso che vede la società Solfin SPA creditrice di appena 900 mila euro per via di due sentenze, una delle quali, però, recita testualmente ‘senza certezza del credito’, oggi il Grand Hotel delle Terme potrebbe addirittura finire all’asta. È come se, per un presunto debito del Comune di Roma, venisse messo all’asta il Colosseo. Insieme al Sindaco, Maria Terranova, e all’amministrazione comunale, faremo tutto il possibile per evitare questo scippo e difendere il patrimonio della nostra città. Per queste ragioni ho appena richiesto un’audizione urgente in Assemblea Regionale Siciliana per discutere della questione, alla presenza dell’assessore per l’energia, Baglieri, e del presidente della Regione Musumeci”.
A dichiararlo è il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri a proposito del contenzioso ventennale che vede soccombere il comune di Termini Imerese nei confronti della società Solfin SPA, che gestisce il Grand Hotel delle Terme. “Si tratta di una vicenda assurda – spiega Sunseri – nella quale non è assolutamente chiaro quale sia il quantum che il Comune di Termini Imerese debba alla Solfin SPA. Nel primo giudizio di opposizione, infatti, sono state depositate diverse consulenze tecniche disposte dal giudice. Da una di queste risulta che il Comune di Termini Imerese non avrebbe alcun debito nei confronti della società, ma vanterebbe, anzi, un credito di 100 mila euro. Nel frattempo la Solfin ha instaurato una procedura esecutiva immobiliare nei confronti dello stesso Comune, che si è opposto. Ebbene, nell’atto di pignoramento la Solfin dichiara di vantare 495 mila euro, che diventano 900 mila con interessi e rivalutazioni, e ulteriori due milioni con atto di intervento: vengono,in tal modo, pignorati i due immobili, il Grand Hotel delle Terme e le terme romane antiche. Il comune, nel frattempo, ha contestato il credito, non avendo riscosso dalla società tasse e canoni di locazione e ha, dunque, fatto opposizione all’esecuzione del pignoramento. Quindi, come ha ribadito il sindaco Maria Terranova, non si può in alcun modo pensare, anche solo lontanamente, di privare una città del proprio patrimonio culturale, immobiliare ed identitario sulla base di un ‘parrebbe certo’. Un credito o è certo ed esigibile o non lo è”.
“Occorre, a questo punto – sottolinea ancora il deputato – che tutti i cittadini termitani si schierino al fianco dell’amministrazione comunale e del suo sindaco, in una battaglia che ha il solo obiettivo di tutelare la città, e per la quale sarebbe fortemente opportuno un intervento del governo regionale per tutelare le acque termali che sgorgano all’interno dell’hotel” – conclude Sunseri.