A Caltanissetta il Movimento fece risarcire anni fa tantissimi utenti.
La vicenda Amap, commissariata per le anomalie sul fronte depurazione dei reflui sbarca all’Ars. Si terra giovedì prossino presso la commissione Ambiente di Palazzo dei Normanni l’audizione chiesta dai deputati 5 stelle Giampiero Trizzino e Salvatore Siragusa per fare luce sulla questione e in particolare sulla regolarità della fatturazione ai cittadini degli importi relativi alla depurazione dei reflui, per poi avviare le azioni per i dovuti risarcimenti.
“Ormai – dicono i due deputati – sembra acclarata la mancata depurazione dei reflui. A questo punto, però, una domanda sorge spontanea: se gli impianti non depuravano, ai cittadini veniva addebitato ugualmente il canone di depurazione nella bolletta dell’acqua? Su questo tema non siamo disposti a fare sconti a nessuno: vogliamo risposte precise, vogliamo sapere se e da quanto tempo non veniva effettuata la depurazione e quanti utenti andrebbero doverosamente risarciti come avvenuto anni fa a Caltanissetta grazie ad un’azione portata avanti dal M5S locale che fece risarcire da Caltaqua tantissimi utenti”.
All’audizione saranno convocati il sindaco di Palermo Orlando, i vertici dell’Amap e l’assessore regionale all’Energia e rifiuti Baglieri.
“Da qualche tempo– dice Trizzino – come Movimento – stavamo cominciando ad indagare sull’effettiva depurazione dei reflui in Sicilia, stante il fatto che parecchi depuratori dell’isola non funzionano come dovrebbero. Il commissariamento dell’Amap non ha fatto altro che farci accelerare sul fronte palermitano. Non è ammissibile che i cittadini, oltre all’eventuale danno ambientale, debbano sopportare la beffa di un servizio pagato profumatamente ma non effettuato”.
“A prescindere dall’inchiesta – continua Trizzino – il comportamento dell’Amap non ci sembra per nulla esemplare. Come si legge chiaramente nel suo sito, la municipalizzata chiede al cittadino di produrre domanda di esenzione dalla tariffa fognatura e depurazione se questi risiede in zone non servite dalla rete fognaria o servite dalla rete fognaria non collegata ad un impianto di depurazione. Ora ci chiediamo: quanti sono i cittadini in grado di sapere se la rete a cui sono allacciati è collegata al depuratore? Non sarebbe molto più corretto se fosse l’Amap ad esonerare in partenza gli abitanti nelle zone non collegate al depuratore o collegate a un depuratore non funzionante?”.
“Considerato che si parla anche di potenziale reato di inquinamento ambientale – conclude Trizzino – il nostro auspicio è che oltre agli eventuali risarcimenti ai cittadini si faccia piena luce su questa vicenda e si puniscano gli eventuali responsabili”.